PSR: costi amministrativi, una sfida da affrontare
Secondo i risultati prodotti dallo studio “Analisi degli oneri amministrativi derivanti dalla PAC” pubblicato dalla Commissione Europea, emerge un dato che fa riflettere e che rappresenta una delle diverse sfide da dover affrontare nella prossima programmazione comunitaria. Secondo lo studio infatti, dalla riforma della politica agricola comune (PAC) del 2013, i costi amministrativi per la gestione e il controllo da parte delle autorità nazionali risulterebbero aumentati di un terzo.
L’argomento è stato ripreso nell’articolo dal titolo “Cara Pac, quanto mi costi”[1], a firma del Prof. Angelo Frascarelli, docente presso il Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari ed Ambientali dell’Università di Perugia e pubblicato di recente sulla rivista specializzata “Terra e Vita”.
Gli elementi che l’articolo del Prof. Frascarelli pone all’attenzione del lettore traggono spunto dall’analisi dei costi relativi alla gestione del sistema dei controlli dell’intera PAC con riferimento sia al fondo Feaga (Fondo Europeo Agricolo di Garanzia), che provvede al finanziamento delle spese contemplate dalla PAC sotto il cosiddetto I° pilastro, sia al Feasr (Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale), che finanzia lo sviluppo rurale in via complementare agli altri strumenti previsti dalla PAC.
L’articolo evidenzia la misura in cui i costi della gestione e dei controlli contribuiscano a far lievitare i livelli di spesa della gestione amministrativo-burocratica dei Fondi afferenti al II° pilastro. Tale fattore è da attribuire ai livelli di automazione e di standardizzazione richiesti dai processi di verifica, sicuramente inferiori rispetto ai livelli di automazione e informatizzazione raggiunti per la gestione dei fondi del I° pilastro.
Nel suo articolo, il Prof. Frascarelli considera anche un altro elemento, questo sicuramente in grado di generare qualche preoccupazione rispetto all’efficienza della organizzazione del sistema, ovvero i livelli di costo più elevati nel nostro paese rispetto agli altri partner europei.
Come sottolineato nell’articolo, è evidente che il livello dei costi amministrativi dipende da una serie di fattori da ricercare nella gestione centralizzata o regionalizzata dei pagamenti, nella maglia aziendale, più o meno ampia delle aziende agricole che aderiscono al sistema dei pagamenti, nell’ampiezza degli stati membri e nel livello di informatizzazione e standardizzazione raggiunto in ciascuna realtà territoriale con il quale ci si approccia alla fase di verifica e controllo della spesa e degli impegni.
L’articolo individua inoltre, in un range tra il 3% e il 6% del valore dell’intera PAC, il carico dei costi amministrativi, a seconda che si includano o meno negli stessi sia i costi strettamente connessi alla struttura deputata alla gestione delle fasi di verifica e controllo, sia i costi sopportati dai beneficiari in termini di tempo dedicato all’organizzazione del lavoro necessario alle richieste di aiuto/contributo, sia i costi esternalizzati, ad esempio per il supporto di servizi esterni di consulenza e di assistenza.
Tali dati, per quanto generali e comuni a tutte le amministrazioni, offrono uno spunto per riflettere sull’ opportunità di affrontare, anche per l’autorità di gestione del PSR Lazio, il tema dei costi amministrativo-burocratici connessi alla gestione del “sistema PSR” della nostra Regione.
È evidente che oggi, un approccio ragionato ed efficiente a questo tema possa essere messo a punto utilizzando le figure professionali dell’assistenza tecnica a disposizione della Autorità di Gestione, professionalità capaci di supportare l’amministrazione nella quantificazione dei costi interni (valutati) ed esterni (stimati) relativi all’attuale fase di avanzamento del PSR 2014/2020.
Tale lavoro potrebbe fornire utili elementi sia per “aggiustare il tiro” nella presente programmazione, andando a correggere gli errori più macroscopici qualora si evidenzino costi eccessivamente elevati e tali da generare un rapporto costi/benefici negativo; sia, e soprattutto, per indirizzare le scelte organizzative per la prossima programmazione e per la quale si stanno già muovendo i primi passi.
È opportuno, infatti, sottolineare che le varie programmazioni PSR che si sono succedute negli ultimi venti anni, pur nella loro diversa struttura generale oltre che nella nomenclatura, si sono caratterizzate per una certa similitudine di interventi. Diversamente, la struttura amministrativa alla quale è affidato il compito di gestire il processo di verifica e di controllo (non quello erogatorio che è affidato nella nostra Regione ad AGEA) è profondamente mutata; così come profondamente mutato, verso una notevole complicazione, è il quadro relativo ai processi autorizzatori delle attività e dei singoli interventi nel quale le imprese agricole e le amministrazioni stesse si muovono e che rischia di generare enormi ritardi nell’avanzamento dei programmi, con inevitabili ripercussioni anche sul livello dei costi amministrativo-burocratici.
Peraltro non può essere taciuto un ulteriore effetto che eventuali diseconomie possono causare, questa volta a danno del comparto agricolo nel suo complesso. Infatti è di tutta evidenza che il rallentamento dei processi di verifica e istruttoria, oltre che di controllo, che determinano l’impennata dei costi della burocrazia, possono al contempo rappresentare un ostacolo all’utilizzo delle risorse disponibili in altri settori strategici del complesso mondo agricolo, quali quelli della pianificazione del territorio, della gestione degli auspicati processi di aggregazione delle filiere produttive, dei procedimenti autorizzativi, dell’assistenza tecnica e della formazione, solo per fare alcuni esempi.
Appare, infine, necessario considerare che, con tutta probabilità, le risorse assegnate con la prossima programmazione allo stato membro e, a cascata, alla nostra Regione, saranno ridotte. Di conseguenza, appare evidente come l’individuazione, anche attraverso una corretta analisi delle eventuali inefficienze amministrative, possa rappresentare, oltre che un efficace strumento per ridurre i costi a carico dei beneficiari, anche un’opportunità per ridurre i tempi e i costi amministrativi, generando un effetto volano tra questi elementi cardine (tempi e costi), che indirizzi la macchina amministrativa alla quale è affidata la gestione del PSR verso una organizzazione realmente più competitiva rispetto agli standard europei.
[1] L’articolo è consultabile al seguente link: https://terraevita.edagricole.it/featured/spese-amministrative-pac/?utm.