Orti giardino e valorizzazione di colture tradizionali in Carnia, luoghi da riscoprire

Orti giardino e valorizzazione di colture tradizionali in Carnia, luoghi da riscoprire

Ancora oggi incontro persone che non conoscono la Carnia (Cjargna in friulano carnico), che non sanno dove è, né conoscono la bellezza di quei luoghi. Io ho la fortuna di aver avuto i nonni materni a Noiaretto, una piccola frazione del comune di Comeglians. Il nome ‘Carnia’ deriva  molto probabilmente dalla medesima radice Karn- (roccia) della lingua dei Carno-Celti, il cui vasto territorio era stato denominato dai Romani Karnorum Regio (la regione dei Carni)1. E’ una terra dura aspra come le località di montagna e di confine, che sanno affascinare per la ricchezza dei popoli che vi hanno transitato, per la genuinità e ancora lo splendore del paesaggio naturale. La Carnia comprende 28 comuni a nord ovest del Friuli Venezia Giulia. Il primo paese, che si incontra salendo, è Amaro, da cui si diramano otto vallate con Tolmezzo, il comune più grande, che ne è il cuore. In particolare l’Alta Carnia è un territorio tipicamente montano, delimitato dai rilievi delle Alpi Carniche, lungo il cui principale crinale, a nord, corre la linea di confine con l’Austria, delle Prealpi Carniche che delimitano, a sud, il bacino del fiume Tagliamento, e dai rilievi dolomitici della Sinistra Piave. La dimensione demografica, quindi, è particolarmente piccola contando su circa 35.000 abitanti; nella sola Tolmezzo ne risiedono circa 10.500, i rimanenti nei paesi distribuiti nelle vallate;  i dati degli ultimi rapporti regionali2 confermano un calo demografico che si iscrive in un trend ormai storico (la stessa città di Tolmezzo ha perso negli ultimi 5 anni oltre 300 abitanti). Questo ha comportato negli ultimi decenni, una riduzione significativa dell’economia agricola, degli occupati e della superficie agricola utilizzata (SAU) (tra il 1982 e il 2010 viene riportata una riduzione del 64,4%). Tuttavia, nell’Alta Carnia l’agricoltura ha un indice di importanza (1,02) superiore a quello che si registra a livello regionale (0,82) (l’indice esprime il rapporto tra il numero di giornate di lavoro agricole, per 1000 abitanti, e la corrispondente quota nazionale, fatta uguale a 1) e vanta una percentuale di giovani agricoltori (15,1% con età inferiore a 40 anni sul totale dei conduttori agricoli) superiore a quella rilevata al livello regionale (7,3%)2. L’agricoltura dell’Alta Carnia è un’agricoltura di montagna in cui predomina la zootecnia, orientata soprattutto alla produzione casearia (formaggio vaccino, pecorino e caprino, nonché ricotta fresca e affumicata, famoso è il Formadi Frant, un formaggio d’alpeggio, il  Formadi salât, e l’Ont, burro fuso di malga). Le Alpi Carniche sono infatti molto ricche di malghe da latte (circa 36) anche se la loro dimensione risulta assai ridotta (oltre la metà ha una dimensione inferiore ai 20 ettari). Il sistema delle malghe è un fattore importante dal punto di vista economico che, con la pratica della transumanza, riflette molto bene la multifunzionalità dell’agricoltura di montagna come sistema produttivo estensivo in grado di favorire il mantenimento della biodiversità e della funzione ricreativo-ecoturistica del paesaggio…

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Esempio di orto giardino a Noiaretto Comeglians
Esempio di orto giardino a Noiaretto Comeglians

Redazione Fidaf

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