Progettazione partecipata del Parco di Bubano
Ho trovato veramente interessante l’articolo dell’Osservatorio “Dialoghi per la costruzione di processi decisionali efficaci”. Per tanti anni ho fatto la Maestra, “portatrice tradizionale di conoscenza”, e vorrei raccontare una esperienza abbastanza singolare che riflette in piccolo – molto in piccolo – alcuni significativi aspetti dell’argomento trattato.
Negli anni 1995-2000 il Comune di Mordano (BO) aveva intenzione di trasformare in parco una zona formata da laghetti derivati dal prelevamento di terreno della locale Fornace di Bubano. La mia scuola che dista poche centinaia di metri, venne coinvolta in quella che chiamammo subito la “Progettazione Partecipata del Parco”, cioè nell’organizzazione di quello spazio secondo i nostri desideri e necessità.
I partecipanti al progetto erano: in primis gli insegnanti, i genitori, i nonni, i tecnici del Comune – Geometra e Segreteria – il Sindaco, alcuni professori di scienze del vicino Istituto di Agraria Scarabelli e la popolazione tutta che fu invitata a partecipare all’assemblea espositiva del progetto. Con l’assemblea infine si portarono le modifiche ritenute necessarie.
Iniziammo proponendo ai bambini uno spazio grande, comodo per la scuola e per il paese, da utilizzare per lo svago e fruibile da tutti i cittadini. Fu necessaria una visita in loco con le scolaresche. Ci facemmo accompagnare da personale ausiliario perché era uno spazio incolto, con pozze d’acqua pericolose e ci facemmo un’idea della zona. A scuola fu entusiasmante esporre le idee, alcune molto, molto fantasiose! su ciò che avremmo voluto in quel …futuro parco! Per giorni i bambini discussero e ciò fu importante anche per imparare insieme una democratica e rispettosa conversazione. Finalmente venne redatto un cartellone enorme che raccoglieva, in ordine di discussa ed accettata priorità, le varie proposte tra cui: un prato pianeggiante per giocare a pallone, una collinetta per scivolare, dalla cima della stessa collinetta una specie di teleferica (solo in discesa!), una siepe per il nascondino e varie piante per l’ombra. Invitammo a scuola alcuni nonni che vennero ad esporre i loro desideri: panchine e tavoli, vialetti comodi, cestini per i rifiuti.
Gli esperti del Comune ci spiegarono ciò che sarebbe stato fattibile tecnicamente e anche in base ai costi. I professori del vicino Istituto di Agraria ci mostrarono piante e cespugli idonei. Andammo a vedere all’Istituto le piante e ci mostrarono l’importanza di una bella siepe che attrae farfalle, insetti e uccelli.
Questo lavoro durò a lungo, includendo praticamente tutti i settori dell’apprendimento scolastico. Con gli stessi professori dell’Agraria avviammo inoltre altre attività scientifiche tra cui le osservazioni e lo studio delle piante del grande cortile intorno alla scuola che si chiamò e si chiama tuttora “Il prato delle meraviglie”.
Finalmente, alla presenza del Sindaco e dei tecnici del Comune, noi insegnanti e un gruppo di alunni esponemmo alla cittadinanza la nostra “Progettazione Partecipata del Parco” che venne accolta favorevolmente ed anzi ampliata: venne promessa la costruzione di un meraviglioso ponticello in legno che ne rende ancora oggi facile l’accesso dalla scuola stessa.
Ora il Parco è diventato un vero Signor Parco: è molto frequentato e vi vengono organizzate feste e banchetti. Ogni anno in primavera vi si svolge la tradizionale Festa degli aquiloni e nei laghetti, ripuliti e circondati da alberi, vengono organizzate gare sportive con barche.
Il tempo è passato veloce, i bambini di allora sono adulti, alcuni con figli, alcune maestre – come me- sono in pensione, ma una passeggiata nel “nostro” Parco ci fa sentire partecipi ed orgogliosi!
Questo è il mio commento all’articolo dell’Osservatorio: per dirvi che lo condivido in pieno. Temo di averla tenuta troppo lunga! Avevo voglia di ricordare uno dei tanti episodi belli della mia vita di scuola e di farvene partecipi!
Deanna, MAESTRA, già portatrice tradizionale di conoscenza. (28.2.2018).
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