Fare a tempo a perdere tempo
Fare a tempo a perdere tempo, canta Ligabue, poliedrico artista emiliano. Con il senno di poi, ragionando oggi che i giochi sono, in gran parte, fatti, sembra facile sentenziare che l’industria italiana dello zucchero sia stata l’ispiratrice del nostro autore. I segnali di quello che sarebbe avvenuto, una volta entrati nella Unione Europea, e cioè la perdita di quella protezione da sempre vitale per la nostra industria, erano stati precisi e numerosi. Però, dai tempi in cui Omero cantò l’inutile chiaroveggenza di Cassandra, in Italia siamo molto restii ad ascoltare chi ci mette in guardia prevedendo per il futuro molte difficoltà. Abbiamo avuto davvero molto tempo per perdere tempo e siamo stati veloci solo nel decidere di dismettere, in maniera incentivata, la gran parte dei nostri impianti lasciando il poco che restava in balia di un mercato altalenante e speculativo. Anche da questa rivista abbiamo più volte segnalato, portando esempi e modelli concreti, che ormai una Società Saccarifera di solo zucchero non vive più e che in giro per il vasto mondo tutti coloro che operano in questo settore si sono dati da fare per affiancare alla produzione di zucchero numerose altre attività connesse, approfittando delle sinergie che ne possono derivare. Iniziative sono state, anche qui da noi, pensate ed abbozzate, ma è mancata la convinzione e forse anche la tenacia di chi intraprende un nuovo tipo di industria. In Italia non è stato sempre così. Un notevole esempio di una tentata innovazione veramente interessante e oggetto di notevoli studi è stato il modello di Zuccherificio Agricolo proposto da De Vecchis di cui in questa rivista sia Alessandro Lazzari sia Lorenzo Aldini ne danno completa descrizione. Accanto allo zuccherificio sono sorte in Italia un notevolissimo numero di distillerie sia da alcol carburante sia da alcol buongusto. E come non citare il modello molto studiato della baritazione del melasso con recupero della barite a lungo praticato a Legnago.
Dal melasso vennero ricavati, in altre fabbriche, carburanti, gomma ed anche esplosivi e glicerina prima ancora che lievito. Quando, molto più recentemente, era il 1969, venne inaugurato in pompa magna il sito produttivo di San Quirico non solo il Resto del Carlino, che aveva lo stesso proprietario di Eridania ZN intitolò a 9 colonne Buongiorno San Quirico in coro unanime si salutò il sito produttivo più moderno d’Europa (zucchero, lievito, energia). Anche i tentativi di colmare il gap tecnologico delle nostre barbabietole rispetto a quelle del centro Europa con l’utilizzo delle resine va ascritto ad una grande volontà competitiva che non ebbe successo poi
ché si dimenticò che l’ambiente veniva grandemente offeso da reflui veramente aggressivi. Oggi, per proseguire con il nostro Ligabue, fare in tempo ad avere futuro, per chi ancora produce zucchero italiano, appare quanto mai complicato. Leggendo Le betteravier belge, rivista dei bieticoltori belgi, troviamo: Il prezzo mondiale dello zucchero ha perso più del 30% a partire dal febbraio 2017 passando da 515 euro/ton a 360 € /t nel mese di giugno. Questi prezzi anticipano le montagne di zucchero che si prevedono prodotte nel 2017/2018 nel mondo. Secondo le previsioni si produrrà da 178 a 185 milioni di tonnellate con un aumento di 9 milioni sull’annata precedente. A questo surplus partecipano: India, Tailandia, Sud Africa e Pakistan. Anche in Europa è previsto un forte aumento di produzione visto il grande investimento a bietole. Russia ed Ucraina, che hanno avuto una primavera molto favorevole, hanno un forte investimento a bietole. In Ucraina l’industria saccarifera è in pieno sviluppo e si prevede un aumento produttivo del 19% e si prepara a raddoppiare la propria esportazione. In UE si ha un investimento a bietole in aumento del 17% a seguito della soppressione del regime delle quote. La Comunità potrebbe produrre 18,6 milioni di ton, ossia 2milioni più dell’anno scorso. Le esportazioni europee potrebbero essere pari 3 milioni di tonnellate e l’Europa diventerà esportatrice netta. Si deve, inoltre tener conto anche di un previsto rallentamento nel consumo mondiale dello zucchero. In numerosi Paesi si stanno svolgendo campagne contro lo zucchero (Coca Cola ha già lanciato un prodotto privo di zucchero). Secondo ISO si prevede un consumo mondiale di zucchero 2017/2018 di 174 milioni di ton. ed eccedenze a 3 milioni di ton.
Non c’è proprio da stare tranquilli stando così le cose. E viene da fare una amara riflessione su questa Comunità Europea che nel 2006 sceglie di diventare deficitaria in zucchero così da aiutare le esportazioni dei Paesi meno abbienti e 11 anni dopo andrà ad invadere quei mercati con prezzi d’occasione (dopo averlo fatto nei Paesi partners europei meno competitivi). Con la fine di luglio è, comunque il tempo della nostra campagna saccarifera. Minerbio ha iniziato la lavorazione il 24 di luglio e Pontelongo il 28. San Quirico è partito il primo di Agosto. La qualità delle barbabietole ed anche la produzione quantitativa è giudicata soddisfacente, anche se da zona a zona ci sono differenze consistenti a seconda dell’andamento pluviometrico, in generale molto scadente.
«L’Industria Saccarifera Italiana», vol. 109, 2017, n. ¾, R i v i s t a b i m e s t r a le d e l l ‘A s s o c i a z i o n e N a z i o n a l e f r a i T e c n i c i d e l l o Z u c c h e r o e d e l l ‘ A l c o l e