Come difendersi in caso di esproprio: l’articolo 21 del DPR 327/2001

Come difendersi in caso di esproprio: l’articolo 21 del DPR 327/2001

Il Testo Unico sugli Espropri, a saperlo ben leggere e interpretare, può diventare uno strumento a tutela dell’espropriato nella determinazione dell’indennità di espropriazione. Due sentenze della Corte Costituzionale hanno modificato radicalmente l’impianto originario

La determinazione dell’indennità di espropriazione è spesso oggetto di controversie tra l’autorità espropriante, che emette il provvedimento espropriativo, ed il soggetto che subisce l’ablazione del bene.

Per la determinazione della giusta indennità di esproprio il D.P.R. 327/2001 (di seguito denominato T.U) fa una distinzione tra aree edificabili e non edificabili.

Per le aree edificabili il riferimento è agli articoli:
37) determinazione dell’indennità nel caso di esproprio di un’area edificabile;
38) determinazione dell’indennità nel caso di esproprio di un’area legittimamente edificata;
39) indennità dovuta in caso di incidenza di previsioni urbanistiche su particolari aree comprese in zone edificabili.

Per le aree non edificabili il riferimento è agli articoli:
Sezione IV – Determinazione dell’indennità nel caso di esproprio di un’area non edificabile
40) disposizioni generali;
41) commissione competente alla determinazione dell’indennità definitiva.

Nel corso degli anni, numerosi interventi legislativi hanno variato il testo normativo originale, ma sono state due sentenze della Corte Costituzionale che hanno modificato radicalmente l’impianto originario del T.U.:
– la sentenza n. 348 del 22 ottobre 2007 con la quale la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionali l’art. 5 bis della Legge 359/1992 e conseguentemente i commi 1 e 2 dell’art. 37 del DPR 327/2001;
– la sentenza n.181/2011 con cui la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionali i commi 2 e 3 dell’art. 40 del DPR 327/2001 che stabilivano l’impiego del VAM per la determinazione dell’indennità di esproprio.

Conseguenza diretta delle due sentenze sopracitate è che nell’individuazione del valore venale dell’immobile occorre individuare l’effettivo prezzo che il bene avrebbe avuto in un libero mercato.
Mentre per le aree legalmente edificabili, ormai da anni, il giusto valore di mercato veniva costantemente applicato, per i terreni agricoli l’abolizione del valore agricolo medio (V.A.M.) ha determinato la fine di un sistema tabellare da anni codificato…

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The Garden at Vetheuil - Claude Monet
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Autore : Roberto Accossu, TEATRONATURALE.IT

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