Euro: compleanno in sordina

Euro: compleanno in sordina

Il 1° gennaio 2002, in un clima di grande euforia, l’euro entrava materialmente nella vita di gran parte degli europei e degli Italiani. Dunque compie 15 anni, ma è un anniversario in sordina, come di un parente un po’ imbarazzante o di un fatto che si vorrebbe mettere in ombra. Alcuni quotidiani lo hanno ricordato riconducendo la questione ad aspetti di costume, ma di impatto minore, quasi in un clima da “come eravamo”. Dimentichi che alle ultime elezioni europee la questione più dibattuta fu l’alternativa fra il Si ed il No all’euro, questione in fretta abbandonata.

L’euro sembra così condannato ad essere sempre male compreso ed usato in modo strumentale, sin dalla sua nascita. Ad esempio, quando entrò nei nostri borsellini nel 2002 in realtà aveva già 3 anni e si usava nelle transazioni importanti e nei conti europei dal 1999. La moneta non era che l’ultimo passo di una rete di regole in vigore da tempo, dall’ultima grande svalutazione (guarda, guarda) di lira e sterlina. Una rete in vigore anche per i paesi non euro e che rimarrà per la sterlina quando la Brexit sarà realtà. All’epoca delle decisioni che oggi non hanno padri, ma tanti ne ebbero, la discussione verteva su un’alternativa: sistemare i conti dell’Italia e solo poi entrare nella moneta unica o fare il contrario e, una volta nell’euro, far ordine in casa sotto la pressione degli obblighi assunti e delle occhiute attenzioni degli altri. I padri della decisione scelsero quest’ultima. In gran fretta e con manovre economiche lacrime e sangue i parametri minimi furono raggiunti. Ma fu solo cosmesi, perché i comportamenti dello Stato che ci avrebbero collocati fuori dalla disciplina euro, non furono toccati. Così il debito pubblico ha continuato a crescere…
Water Lilies - Claude Monet - 1917
Water Lilies – Claude Monet – 1917

Redazione Fidaf

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