Risorse alimentari e fame nel mondo: le carestie
Molte ragioni, nel corso della storia, hanno contribuito a rendere le disponibilità di alimenti inferiori ai fabbisogni ed a determinare le carestie, con le quali gran parte della popolazione di una regione è denutrita od anche esposta a morte per fame. Nel mondo le carestie sono legate a molte cause: espansione demografica e analfabetismo, cattiva distribuzione delle risorse, produttività dell’agricoltura bassa o dedicata a prodotti da esportazione (tabacco, banane, piretro, ecc.), deforestazione, mancanza di industrie o di proprietà di multinazionali che lavorano per l’esportazione. Tra le ragioni delle carestie un ruolo peculiare è svolto dai fattori naturali (clima, patologie) che causano un cattivo raccolto in agricoltura e patologie infettive delle essenze vegetali o degli animali. Hanno avuto ed hanno un grande peso anche altri motivi quali la gestione politica ed economica e le guerre, durante le quali nei tempi antichi gli invasori bruciavano i campi e/o ne uccidevano i coltivatori.
Tradizionalmente le carestie sono associate alle difficoltà negli approvvigionamenti create dal cattivo raccolto in agricoltura e nella pastorizia, che tuttavia non provocano carestia in un’area economicamente ricca per la capacità dell’area di assicurarsi il cibo. Gli scompensi sono sempre più forti perché il rapporto tra incremento delle disponibilità alimentari e incremento demografico nei Paesi in via di sviluppo è minore di quello realizzato nei Paesi industrializzati (1,25 nei PVS contro il 3 nei PS). Nel mondo oggi abbiamo ancora il 50% di abitanti sottoalimentati dei quali il 25% in condizioni non soddisfacenti ed il 10% alla fame. Nei PVS la carenza media per abitante è di 300 Kcal e di 6 g di proteine, ma di quelle disponibili meno del 10% è di origine animale nei contro il 50% del fabbisogno.