Piccole Comunità: accorpamento per la sopravvivenza
Accorpamento per la sopravvivenza delle piccole comunità, in crescente difficoltà a causa dei fattori che – soprattutto nell’ultimo secolo – hanno determinato profonde trasformazioni economico-sociali, ormai ben note.
Il primo è stato il processo di industrializzazione, divenuto rapidamente un regolatore del benessere sociale e individuale, creando imprese e posti di lavoro. Una lunga fase, che è riuscita a svilupparsi grazie al perfezionamento delle procedure produttive e al miglioramento organizzativo delle imprese e della stessa società, rimanendo legata alla realtà, con fondamenti concreti, materiali. Il parallelo sviluppo dell’economia ha determinato situazioni di benessere e di ricchezza sempre più diffuse.
In questo quadro, il settore agricolo, che alle origini veniva definito “primario”, ha via via ridotto il suo contributo alle economie nazionali, con una decrescente incidenza sia sul prodotto interno lordo (PIL), sia sull’occupazione. In parallelo si è ridotta sempre più la consistenza delle popolazioni rurali. Ma oggi, fortunatamente, qualche indizio di ripresa c’è, perché il problema delle risorse alimentari agisce da stimolo, di fronte a una crescita demografica mondiale sempre più rilevante.
Un altro fattore della trasformazione è stato lo sviluppo della realtà informatica, che ha introdotto – nella vita dei singoli e nella società – una realtà “virtuale”. Questa novità ha creato strumenti assolutamente nuovi, con spazi e tempi del tutto imprevedibili; il benessere non dipende più solo da beni “concreti”, ma anche da risorse virtuali; e questo ha prodotto un distacco generazionale sempre più accentuato, poiché la componente anziana ha difficoltà ad adeguarsi alle esigenze della tecnologia virtuale.
Gli effetti di questa trasformazione sono stati ancora più profondi e veloci della industrializzazione, a tutti i livelli. Ma bisogna considerare che non sono ancora terminati e che il loro seguito è imprevedibile, perché la maturazione della tecnologia virtuale è ben lontana dall’essersi conclusa; le sue conseguenze continueranno, pertanto, oltre ogni possibile previsione.
La trasformazione in atto è conseguenza, inoltre, della globalizzazione, considerata – all’inizio – una crescita della concorrenza su scala mondiale, ossia tra nazioni caratterizzate da condizioni sociali e di lavoro differenti; ma anche la globalizzazione è in fase di adattamento alle altre trasformazioni, che stanno contribuendo al capovolgimento di ogni realtà locale, in tutti gli angoli del mondo. Anche qui è difficile configurare le prospettive.
Quarto fattore: la “finanza”. L’economia reale, quella fondata sulla concretezza delle produzioni e del commercio, è stata prima accompagnata, poi subissata dalla “finanza mondiale”, che ha creato enormi opportunità di guadagno virtuale, a scapito dell’economia reale e della realtà produttiva e occupazionale che sono alla sua base.
Prendere in considerazione la complessità di queste situazioni universali è importante anche per cercare di comprendere le piccole situazioni locali e le loro prospettive. Ad esempio: cosa succede e – soprattutto – cosa succederà per i piccoli Comuni, che spesso hanno alle spalle una storia demografica e culturale interessante e importante, ma che nel periodo della industrializzazione hanno visto ridursi fortemente la propria consistenza economica e demografica, per la contrazione dell’agricoltura e la conseguente emigrazione degli abitanti verso le città e verso l’estero ?
In questa realtà in forte trasformazione i piccoli Comuni hanno difficoltà di sopravvivenza, per diverse ragioni.
Una è la necessità, in una società moderna, di non avere piccole comunità isolate, estranee quasi rispetto a quella nazionale. La erogazione di servizi che corrispondono ai diritti degli individui e delle famiglie può essere effettuata con equità e giustizia solo in una società costituita da comunità organizzate su basi adeguate, con procedure e requisiti uniformi.
Un’altra necessità deriva dalla complessità organizzativa delle istituzioni a tutti i livelli; e questo richiede strutture idonee, soprattutto sul piano della loro omogeneità ed efficienza.
Nell’ambito dei Comuni, dunque, occorre semplificare le strutture e migliorarne l’efficienza, abolire organismi inutili, aumentare il numero di coloro che usufruiscono dei servizi. Per affrontare in modo semplice ed efficace le necessità elencate, c’è una soluzione inevitabile : favorire il loro accorpamento.
E’ questa la sola strada che potrà assicurare alle Comunità interessate una sopravvivenza compatibile sia con le esigenze dei cittadini, sia con le inevitabili prospettive delle trasformazioni globali che incombono.
Ed è, questo, l’obiettivo che perseguono il Governo e il Parlamento, anche mediante il provvedimento esaminato il 4 maggio 2016 dalle Commissioni Riunite Bilancio e Ambiente della Camera, relativo a “Misure per il sostegno e la valorizzazione dei Comuni con popolazione pari o inferiore a 5.000 abitanti e dei territori montani e rurali, nonché disposizioni per la riqualificazione dei centri storici”.