Il test del DNA sugli oli di oliva ha passato la fase sperimentale. Ormai è realtà
Per stabilire a posteriori se in un campione di olio sono state operate contraffazioni con oli di oliva di minor pregio (es. olio italiano in cui sia stato aggiunto in tutto o in parte olio di altri paesi europei o extra-europei) o con oli di altre specie (nocciolo, girasole, colza, mais, o soia), sono state sviluppate tecniche di analisi basate sul test del DNA estratto dall’olio.
Questo tipo di analisi rappresenta l’unico metodo in grado di accertare l’identità delle varietà da cui l’olio è stato estratto e di verificare la presenza di oli di altre specie oleaginose diverse dall’olivo. L’analisi molecolare delle tracce di DNA nell’olio rappresenta un utile complemento alle analisi chimiche e alla tracciabilità documentale di filiera.
La rintracciabilità genetica dell’olio ha superato ormai la fase sperimentale e può essere applicata con successo agli oli in commercio.
Pur se non riconosciuta ancora tra i metodi ufficiali di analisi, essa trova utile applicazione per chi vuole certificare il proprio prodotto o capire meglio l’identità delle partite che compra e che vende, con particolare riferimento alle industrie olearie, alle ditte imbottigliatrici e alla grande distribuzione.
Il test del DNA può essere applicato a tutte le tipologie di olio di oliva: extra vergine, vergine, DOP, IGP, monovarietale, blend, rettificato, miscela tra oli vergini e rettificati…