Miglioramento genetico per le specie vegetali di interesse nazionale
Le tematiche legate all’innovazione nel settore agricolo sono al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica. Il crescente import di prodotti agricoli che evidenzia una debolezza del sistema produttivo nazionale, la necessità di ridurre l’impatto ambientale (ad esempio attraverso la riduzione del ricorso all’uso di fitofarmaci) senza penalità produttive, l’esigenza di garantire maggiore competitività internazionale al settore agricolo, che in larga misura non si occupa di produzioni biologiche e/o di nicchia, sono tutti aspetti che richiamano l’urgenza di promuovere un’attività di miglioramento genetico capace di garantire al Paese un ruolo di primaria importanza nel settore agricolo.
L’Italia ha investito moltissimo nello sviluppo delle conoscenze genomiche per le principali specie agrarie di interesse nazionale, tuttavia, al momento, non ci sono programmi significativi che consentano di utilizzare queste conoscenze a livello applicativo ed è ancora limitata la conoscenza di molti dei meccanismi fisiologici coinvolti nell’espressione del fenotipo.
L’assenza di una forte spinta verso l’innovazione varietale fa sì che oggi il Paese sia sempre più dipendente da varietà selezionate all’estero anche per molte delle sue filiere strategiche. L’Italia corre il rischio di perdere l’opportunità di utilizzare il patrimonio genetico di molte delle specie maggiormente coltivate (comprese anche le colture tipiche quali il pomodoro ed altre specie ortive, il frumento e diverse specie da frutto), laddove invece, all’estero, tale patrimonio è spesso considerato una componente strategica per lo sviluppo dell’agricoltura…