Agronomi, tutela biodiversità comporta obbligo morale verso generazioni future
«L’approvazione della legge sulla biodiversità rappresenta il passo fondamentale e conseguente dopo Expo 2015 per la costruzione un sistema di valorizzazione della biodiversita’ agraria e alimentare stessa. La tutela della biodiversità, infatti, comporta l’obbligo morale nei confronti delle generazioni future di garantire nelle attività di pianificazione e progettazione l’equilibrio tra biodiversità e miglioramento genetico, incentivando pratiche agricole che contribuiscano a formare ecosistemi agricoli in equilibrio, salvaguardando le interazioni che esistono fra agricoltura e biodiversità e migliorando l’efficienza delle produzioni».
A sottolinearlo Andrea Sisti, presidente del Consiglio dell’Ordine nazionale dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali, della World Association of Agronomists e coordinatore del tavolo su biodiversità ad Expo dopo Expo. «La legge – aggiunge Sisti – ci consegna un sistema in cui produttori, professionisti, ricercatori saranno chiamati a dare un contributo concreto alla realizzazione di sistemi economici locali partecipati. Un impegno che vede gli agronomi italiani e mondiali in prima fila con l’assunzione, proprio in occasione di Expo Milano 2015, della Carta Universale dell’Agronomo, recepita dalla Carta di Milano, in cui il professionista agronomo, nello svolgimento della sua attività, si è impegnato ad assicurare la custodia della biodiversità, a sviluppare e tramandare la diversità genetica per il cibo e per l’agricoltura e garantire per le generazioni future la variabilità fra tutti gli organismi viventi, inclusi, ovviamente, quelli del sottosuolo, dell’aria, gli ecosistemi acquatici, terrestri e marini ed i complessi ecologici dei quali fanno parte».
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