Una buona notizia: in un secolo le foreste sono cresciute da noi, e in tutta Europa, di un terzo. Ma per il territorio in Italia molto resta da fare.


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di Fabio Pistella

Former CNR President, former Commissioner Authority for Electric Energy and Gas and former ENEA Director General


Una ricerca guidata dallo scienziato olandese Richard Fuchs della Università di Wageningen ci spiega i motivi per cui, contrariamente a quanto saremmo portati a credere, in Europa è sensibilmente cresciuta nell’ultimo secolo la superficie coperta da foreste.

La ricerca prende in esame la dinamica di insediamenti foreste e terreni coltivati correlandola a fenomeni come le guerre, la riduzione degli usi agricoli per miglioramenti tecnologici (nuove colture, nuove varietà, sviluppo della meccanizzazione, migliori tecniche di irrigazione), programmi di riforestazione.

Interessante notare che tra le circostanze favorevoli Fuchs menziona la politica agricola dell’UE per l’Europa Occidentale e la caduta del comunismo per l’Europa Orientale.

Una volta tanto ne esce bene anche l’Italia (In France, Spain and Italy, reforestation was particularly visible) (In Italy former cropland were abandoned due to market competition, urbanization and emigration. Today, many parts of the Apennine Mountains are dominated by grasslands and forests again).

Le mappe dettagliate sono di notevole interesse.

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I messaggi potrebbero essere due nella solita alternativa del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto: forse siamo messi meglio di come ci percepiamo e ci raccontiamo; ma rimane indilazionabile un piano di riassetto del territorio come gli eventi franosi e alluvionali ci ricordano troppo spesso e come sarebbe utile anche per uscire dalla crisi mediante interventi per lanciare una domanda pubblica qualificata (sostegno dell’occupazione e promozione di consumi sostenibili).

da Linkedin, 11 ottobre 2015

Autore : Fabio Pistella

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