Cambiamenti climatici e alimentazione
In occasione del vertice dei G7 (Canada, Francia, Germania, Giappone, Inghilterra, Italia, USA), che si è tenuto in Baviera il 7- 8 Giugno 2015, i Capi di Stato e di Governo presenti hanno raggiunto un accordo sul clima, operando per non superare l’attuale aumento di 2 gradi della temperatura media del globo rispetto ai livelli dell’epoca pre-industriale.
Tutto ciò in vista della Conferenza mondiale sul Clima che si terrà a Parigi, a Dicembre 2015, in cui si discuterà del grave ed importantissimo problema da affrontare e di come controllare il continuo aumento della temperatura terrestre, legata principalmente all’effetto serra.
Nell’ultimo decennio, in molte parti del globo si sono verificati periodi, anche di parecchi anni, in cui si sono manifestati straordinari cambiamenti climatici rispetto ai precedenti periodi, legati principalmente alla mancanza od all’aumento della piovosità, che hanno coinvolto ampie aree territoriali in vari Continenti.
In California, negli ultimi 4 anni, si è verificata una forte diminuzione della piovosità che ha messo in crisi la vegetazione e l’ambiente locale (si stima che siano morti oltre 12 milioni di alberi nelle foreste e nei territori coinvolti!) e danneggiato la produzione alimentare, costringendo le autorità dello Stato a razionare la disponibilità di acqua alla popolazione ed agli agricoltori in tutta l’area coinvolta.
Tuttavia, anche in queste condizioni estreme, l’estrazione del petrolio con la tecnologia del cracking continua imperterrita, inquinando ulteriormente le acque sotterranee e superficiali dei territori coinvolti!
Nell’Australia del sud, la siccità, che ha coinvolto un’area pari a quella della Francia e della Germania messe insieme, iniziata nel 1995 e durata fino al 2009, ha interessato anche aree molto popolate e città importanti come Sidney, Melbourne, Perth. Si stima che tale situazione sia costata al Governo 4,5 miliardi di dollari. Successivamente, nel 2011, si sono poi verificate, in tali aree, piogge torrenziali che hanno allagato tutta l’area già siccitosa, con ulteriori danni che sono stati stimati intorno ad altri 10 miliardi di dollari.
Anche nel nord della Cina si sta verificando da alcuni anni una importante calo della piovosità, con gravi ripercussioni sulla produzione agricola ed alimentare locale.
In Siria, dal 2000 al 2011, si è verificata la peggiore siccità della sua recente storia.
Si è quindi anche verificato un grave calo della portata delle acque del Tigri e dello Eufrate, che ha indotto una ondata migratoria di oltre un milione di abitanti, che hanno abbandonate le città e le campagne colpite. Nessuno ne parla ma, molto probabilmente, anche la siccità è stata una delle cause scatenanti dei conflitti che, in questi ultimi anni, hanno tragicamente coinvolto tutto il Paese e le aree adiacenti!
Anche nel sud-est del Brasile si è verificata, in questi ultimi anni, la siccità peggiore degli ultimi decenni, coinvolgendo aree e città importanti, quali San Paulo, Rio de Janeiro, Belo Orizonte ecc. In tale areale ben 40 milioni di persone rischiano di restare senza acqua. Per di più i serbatoi di acque di questo areale sono molto bassi e le acque risultano anche inquinate. In tutta l’area la tensione sta crescendo.
In India, tra il 2002 ed il 2008, negli stati di Haryana, Punjab, Rajastan e di Dehli un uso eccessivo di acque prelevate dal sottosuolo ha indotto una perdita di acque, già nel sottosuolo, pari a 108 chilometri cubi (secondo dati forniti dalla NASA).
In caso di ulteriori gravi prelievi che inducano un esaurimento delle acque sotterranee usate per l’irrigazione, è stato stimato che 114 milioni di indiani potrebbero essere coinvolti.
Anche in Europa assistiamo a tali problemi: in Spagna, nella Catalogna atlantica, già dal 2008 si è resa necessaria l’importazione di acqua, per nave, dalla Francia.
In tale area gli impianti di irrigazione obsoleti, che usano il 70% dell’acqua locale disponibile per l’agricoltura, hanno ulteriormente peggiorato la situazione.
Del resto, anche nel nostro Paese, stiamo constatando situazioni ambientali estreme. Basti ricordare lo scioglimento dei nostri ghiacciai, il tornado verificatosi recentemente nel Veneto, l’attuale estate estremamente torrida ecc.
Certamente abbiamo ormai un’ampia disponibilità di diagnosi dell’attuale problema ambientale a livello locale e planetario.
Il problema attuale è: come contrastare efficacemente e rapidamente tale situazione e sviluppare le terapie necessarie?
Certamente occorre:
– che la popolazione sia opportunamente informata della necessità di sviluppare una serie di interventi che abbastanza rapidamente limitino e controllino tale problema,
– che la classe politica si renda conto dell’urgenza di affrontare tale situazione,
– che la classe politica utilizzi rapidamente le conoscenze ed i rimedi suggeriti dagli esperti nazionali ed internazionali per sviluppare una politica efficace per risolvere questo problema che, nel tempo, potrebbe divenire sempre più grave.
02/08/2015