Agronomi nel mondo: racconto di Luigi Rossi
Accolgo la bella iniziativa Agronomi e forestali nel mondo, proposta e avviata da Martina Cherubini e provo a raccontare, brevemente, la mia storia.
Sono nato a Balia di Imola (BO) da una famiglia di piccoli agricoltori che coltivava peschi, peri e meli e parlava – quasi esclusivamente – il dialetto romagnolo. Da ragazzo sognavo di fare il falegname e giocavo a costruire i carretti di legno. Incominciai a praticare l’italiano soltanto nelle scuole elementari, dove partecipai con la Maestra e i compagni alla prima Cooperativa sociale per la gestione del cortile e dell’orto della scuola. Conseguii la maturità scientifica al Liceo “Gregorio Ricci Curbastro” di Lugo (RA) e mi laureai in Scienze Agrarie all’Università Cattolica a Piacenza nel 1965. Svolsi il periodo di leva militare negli Alpini (gennaio 1966 – marzo 1967): dalla SMA di Aosta, alla Scuola Rocciatori sulle Dolomiti, a Sottotenente degli Alpini.
Nel luglio 1967 vinsi una Borsa di Studio CNEN presso il Centro Ricerche Casaccia, dove fui assunto l’anno successivo. Fui subito inserito nel gruppo di ricerca per il miglioramento genetico delle piante agrarie. Il clima che si viveva nei Laboratori era di grande entusiasmo per la ricerca scientifica e per le collaborazioni internazionali. A me fu assegnato un compito nel Progetto “Durum wheat Network”, una rete di campi sperimentali coordinata dalla FAO/IAEA Joint Division, che coinvolgeva molti Paesi del Bacino del Mediterraneo e del Medio Oriente. Imparai così a conoscere e a sentire vicine le realtà di Egitto, Libano, Siria, Tunisia, Grecia, Cipro, Turchia e di altri Paesi ancora. E a conoscere e a considerare di grande importanza la biodiversità che riguardava le colture agrarie e le culture di quei popoli.
Negli anni 1973-1974, con una Borsa di studio del CNR, ero a Cambridge (UK) per studiare gli aspetti fisiologici del miglioramento genetico delle piante agrarie. L’esperienza al Plant Breeding Institute di Cambridge fu decisamente importante per la mia attività di breeder di grano duro e triticale, e per il lavoro successivo nei Paesi in via di Sviluppo e nei Paesi dell’Est, per conto della Fao e di altre Istituzioni internazionali. A Cambridge mi ero reso conto di quanto, ingiustamente, fosse stato trascurato in Italia – e nel mondo – lo straordinario lavoro fatto da Nazareno Strampelli. Gli incroci del grano Rieti con i grani di provenienza francese, olandese e inglese e soprattutto con il grano giapponese Akagomugi, in realtà avevano anticipato di 40 anni la famosa Rivoluzione verde.
Successivamente, nel corso di uno stage presso il Cimmyt ad El Batan in Messico, mentre osservavamo i campi sperimentali di grano, il famoso genetista agrario Norman Borlaug, Premio Nobel per la Pace, affermava “il breeder di nuove varietà di grano è come un falegname: uno che sa cosa vuole costruire, conosce bene i suoi materiali di partenza, sa usare bene gli strumenti a disposizione per combinare e assemblare le varie componenti in una nuova varietà. Ed aggiunse: le piante parlano e voi, con i vostri occhi, se le guardate attentamente, potete capire ciò che stanno dicendo”. Il sogno di fare il falegname, si realizzava dunque, isolando e caratterizzando mutanti di grano duro, progettando e praticando l’ibridazione intraspecifica e intergenerica, l’ingegneria cromosomica, le colture di embrioni vegetali e il raddoppiamento cromosomico, selezionando in campo e in laboratorio le nuove varietà. Poi arrivò l’ingegneria genetica, quindi le scienze omiche con la genomica, la proteomica e la metabolomica.
In quegli anni all’ENEA, al piacere di fare il ricercatore, subentrò la responsabilità di dirigere le attività del Dipartimento Biotecnologie, Agroindustria e protezione della Salute con attività incentrate su ricerca e sviluppo di tecnologie in diversi ambiti interdipendenti: biotecnologie avanzate, sistema agroindustriale, sicurezza alimentare e ambientale, gestione sostenibile degli agro-ecosistemi, protezione della salute, radioprotezione e metrologia delle radiazioni. Quel Dipartimento si distinse per le reti di ricerca realizzate con il sistema delle Imprese, le pubblicazioni su Riviste internazionali ad alto Impact Factor, i numerosi Brevetti registrati e commercializzati, la gestione di Progetti internazionali.
Dal 1994 sono Presidente della Federazione Italiana Dottori in Agraria e Forestali (FIDAF), www.fidaf.it. Dopo il pensionamento dall’ENEA nel 2008, mi sento ancora più impegnato a sviluppare attività di promozione culturale, scientifica e tecnica in una fase in cui il cibo, la salute, l’ambiente e l’energia sono un insieme inscindibile sul piano economico e sociale. Nella storia dell’uomo essi sono stati sempre strettamente interconnessi, ma, nella globalizzazione attuale, con “strumenti” comuni di ricerca scientifica e innovazione, costituiscono un insieme centrale per le grandi sfide della società: gestione sostenibile delle risorse naturali, integrazione ed armonizzazione degli sviluppi sociali, produzione sostenibile, miglioramento della salute pubblica, mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, sviluppo globale sostenibile.
Infine, mi piace ricordare tre esperienze personali tra loro molto diverse.
- Esperienza lavorativa nei Paesi in via di Sviluppo, in particolare in Cina dove sono stato insignito nel 2011 del Friendship Award della Repubblica Popolare Cinese con la motivazione “In appreciation of your enthusiastic support for China’s construction and your friendly co-operation”.
- Promozione delle Piattaforme tecnologiche Food for Life, Plants for the Future, Suschem e Biofuel e Coordinatore delle Piattaforme tecnologiche italiane della KBBE per la Bio-economia.
- L’impegno – come presidente della FIDAF – per promuovere l’innovazione in agricoltura e il ruolo dei laureati in scienze agrarie e scienze forestali; sicuramente per tale impegno, sono stato onorato dal CONAF del titolo di Emerito, nel 2012.
Trovo questo racconto di Luigi Rossi estremamente interessante e stimolante…
Che possa essere di incoraggiamento per altri insigni agronomi e forestali a raccontare la propria esperienza in tale rubrica!
Ciao Luigi, se ben ricordo ci siamo conosciuti intorno ad un tavolo di un bar una mattina dalle parti dell’acqua cetosa con alcuni cinesi a parlare di Mozambico.
Spero di venire ad uno dei prossimi incontri del venerdì.
Complimenti per la tua continua attività culturale.
Si, insieme con il comune amico Francesco.
Ti rivedo volentieri in FIDAF. Nel frattempo caro Marcello, potresti anche pensare a scrivere qualcosa come former director of Bonifica e geniale architetto del Progetto TRANSAQUA!
Ciao
Luigi