La “micidiale” CO2

Eh si abbiamo sentito anche questo, la CO2 è diventata micidiale! Lo “stato” più ossidato del carbonio che nella nostra atmosfera ossidante è il naturale e ineluttabile destino di ogni   atomo di carbonio e grazie alla quale possiamo vivere sul nostro pianeta è divenuta micidiale. L’ho letto due volte prima di crederci pensando ad un errore, che quel piccolo 2 in basso a sinistra fosse un mio problema di vista e invece l’articolo si riferisse al CO, il monossido di carbonio, che tale è (micidiale) e rimane per i rischi per la salute e per i decessi che ogni anno subdolamente causa. Un veleno silenzioso. Eppure quel semplice atomo di ossigeno in più cambia tutto. Molecola stabile, la CO2, ha una lunga vita in atmosfera ed è la molecola di riferimento con cui indichiamo il Global Warming potential (cioè il potere serra) cioè quella capacità di trattenere la radiazione infrarossa creando le condizioni per cui la vita è possibile sulla terra. Ma non basta, per altri quotidiani o magazine la CO2 di volta in volta è anche un inquinante o temibile. Eppure anche un semplice libro di prima media spiega esattamente cosa è questo ossido di carbonio, quale è la sua funzione nei cicli biogeochimici terrestri, come si produce, come viene eliminata dal sangue, come viene organicata dalle piante. Il ciclo vitale del pianeta è basato sul carbonio e la CO2 è un elemento intermedio fondamentale di tale ciclo.

Non si tratta in questo caso di malascienza ma di mala informazione ed uso inappropriato dei termini. Quel “micidiale” l’ho letto infatti su un giornale di grande tiratura in un articolo in cui si parlava dei cambiamenti climatici. Ma non per questo dobbiamo sottovalutare gli effetti che vi sono e profondi se pensiamo un semplice quotidiano viene letto da decine di migliaia di persone mentre un articolo come questo da poche decine di persone. La CO2 non è un inquinante ne è temibile ma è un gas che gli addetti ai lavori definiscono climalterante cioè in grado con la sua presenza di modificare le condizioni climatiche del pianeta. Le parole sono importanti ed hanno un effetto sulla percezione pubblica di un problema e su come questo possa e/o debba essere affrontato.

Naturalmente anche la CO2, quando e se, supera determinati livelli diventa dannosa per la salute, ed in alcuni ambienti di lavoro essa costituisce un pericolo reale, basti pensare ai birrifici dove vi sono norme specifiche per tutelare i lavoratori dal rischio di trovarsi in ambienti od aree (tini di fermentazione, silos) dove il livello di biossido di carbonio presente può portare ad asfissia e morte. Ma parliamo di livelli elevatissimi in volume, lontanissimi dai livelli di CO2 che riscontriamo in atmosfera (circa 400 ppm). La CO2 ricordiamolo è quel gas incolore ed inodore che, pur se in piccolissime concentrazioni, viene utilizzato dalla piante ed organicato, cioè il suo carbonio entra a far parte delle molecole organiche delle piante, attraverso il processo, a tutti noto, della fotosintesi clorofilliana. Un leggero aumento della sua presenza in atmosfera può portare benefici alle piante stesse migliorando la loro produttività tanto che in alcune serre è pratica comune la cosiddetta “concimazione carbonica” che consiste nel dosaggio e controllo artificiale della CO2.

Parafrasando Paracelso: “è la dose che fa il veleno” e questo concetto è vero ed applicabile anche alla CO2 ma attenzione alla scelta degli aggettivi e a non ingenerare equivoci che non aiutano nella percezione di quale può essere il nostro ruolo di cittadini per mitigare le emissioni di carbonio in atmosfera. Una corretta informazione è il presupposto per comprendere la reale portata dei problemi.

CO2

Redazione Fidaf

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