«Bill&Melissa Gates Foundation» vuole un accordo globale sui vaccini

«Bill&Melissa Gates Foundation» vuole un accordo globale sui vaccini

Bill Gates ha incontrato a Roma il ministro degli esteri Paolo Gentiloni per discutere, come aveva già fatto il giorno prima a Berlino con Angela Merkel, un accordo globale su vaccini e immunizzazioni. E’ noto che la «Bill&Melissa Gates Foundation» è tra i maggiori donatori al mondo nel campo della ricerca medica, nella lotta all’Aids e alla malaria. Bill Gates conosce bene le ricerche dell’ENEA nei cosiddetti “farmaci verdi”. Dopo l’incontro alla Farnesina, egli ha visitato le attività del Centro ENEA di Frascati nel campo della Fusione nucleare.
Può essere utile ricapitolare le ricerche sui “vaccini verdi” svolte – nel corso degli anni – nei prestigiosi laboratori biotecnologici del Centro Ricerche della Casaccia a Roma:

  • Nel 1993, su Nature 366, 469-472, venne  pubblicato l’articolo “Transgenic plants expressing a functional single-chain Fv antibody are specifically protected from virus attack” che rappresenta, una pietra miliare nella storia dei cosiddetti fito-anticorpi e “vaccini verdi”.
  • Nel 2013 l’ENEA ha pubblicato lo Speciale Biotecnologie per lo sviluppo sostenibile che riporta l’attuale impegno dell’ENEA sui Biofarmaci verdi. Si veda:

Biofarmaci verdi
Eugenio Benvenuto
Focus: Vaccini del Futuro
Selene Baschieri
Focus: Dalla virologia vegetale alla nano medicina
Carla Marusic
Focus: Anticorpi a basso costo da sistemi vegetali
Marcello Donini
Focus: Vaccini verdi contro i tumori causati dal virus del papilloma umano (HPV)
Rosella Franconi

Per ricordare quei tempi e le intuizioni relative ai vaccini verdi, si riporta una intervista del 2002 al Dott. Eugenio Benvenuto, direttore del Laboratorio Biotecnologie vegetali in ENEA-Casaccia.

Dal tabacco in arrivo vaccini per sconfiggere l’Aids. Una sfida per il Laboratorio del Centro ENEA della Casaccia che da diversi anni ha concentrato buona parte della propria ricerca sull’utilizzo delle piante intese come vere e proprie biofabbriche. È il responsabile della Sezione genetica e genomica vegetale, Eugenio Benvenuto, ad illustrare il progetto che ha iniziato a prendere corpo negli anni 2000, i cui risultati lasciano davvero ben sperare. “Il nostro nemico è il virus dell’HIV, contro il quale stiamo creando un vaccino attraverso cellule prelevate da tabacco, una delle piante più plastiche e manipolabili che esista in natura che, da nemico della salute dell’uomo, si trasforma in un valido alleato. Ben venga la riconversione delle distese di tabacco: la pianta non verrà più fumata ma trasformata in una fabbrica di proteine mirate a scopi terapeutici. Lavoriamo anche su pomodoro e patata, due colture il cui vantaggio è la loro commestibilità, inaugurando di fatto un altro importantissimo capitolo per i vaccini.”

– Quali sono i vantaggi di un vaccino vegetale rispetto a quelli tradizionali?
“Nei vaccini tradizionali c’è sempre il rischio di contaminazione da agenti infettivi per l’uomo, nelle piante questo non si pone, perché il patogeno rimane confinato nel regno vegetale. Altro vantaggio è il costo dei vaccini vegetali: il rapporto rispetto ai tradizionali è di 10 a 10 mila, che però costituisce un grosso disincentivo per le multinazionali farmaceutiche perché si sa, dove non c’è business….Da sottolineare infine è anche l’aspetto umanitario, legato proprio al fattore economico.”

– Perché si chiamano vaccini ricombinanti?
“I vaccini di nuova generazione e quindi non solo quelli derivati dalle piante fanno uso dell’ingegneria genetica per prelevare delle informazioni dal patogeno e costruire quindi il vaccino. Sono sicuramente più sicuri rispetto a prima, perché non usano più tutto il patogeno, ma solo la porzione utile per essere riconosciuta dal sistema immunitario che ne deve fare memoria.”

– Quali sono i progetti a cui state lavorando?
“Partecipiamo al progetto europeo ‘Pharma Planta’ insieme ad altri 31 laboratori, il cui scopo principale è quello di utilizzare le piante per produrre due anticorpi in grado di neutralizzare l’HIV e quindi utili per quella che viene definita l’immunoterapia passiva. Si tratta non di una vera immunizzazione, ma di una prevenzione basata sulla presenza di molecole che, aderendo alle mucose, la prima via di ingresso per il virus, lo bloccano. Noi come ENEA stiamo lavorando alla messa a punto di un vaccino ricombinante sempre contro l’HIV, utilizzando la proteina Nef, ancora da piante di tabacco.”

– A che punto siete?
“Siamo riusciti a montare su questo virus vegetale, il cosiddetto carrier, le molecole vaccinali e questo è un grande passo avanti; adesso passeremo ai modelli sperimentali non clinici, perché prima di questo occorre fare una sperimentazione animale sui topi. Ma attenzione, si tratta di immunizzarli non con iniezione, ma con una semplice goccetta sulle narici.”

– Perché la maggior parte della ricerca si concentra proprio sui vaccini contro l’HIV?
“Perché c’è tanta letteratura e poi perché ci sono i fondi…bisogna indirizzare la sperimentazione dove esistono finanziamenti e per quanto riguarda l’Aids non mancano.”

– Il suo sogno nel cassetto?
“Non abbiamo mai avuto i finanziamenti per lavorare su un campo importantissimo quale quello dei vaccini veterinari, un campo in cui è più facile arrivare al prodotto finito non dovendo sostenere i costi della sperimentazione umana. I vaccini infatti, prima di arrivare al grande pubblico, devono essere approvati come farmaci e questo è una via costosissima.”

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Redazione Fidaf

Un pensiero su “«Bill&Melissa Gates Foundation» vuole un accordo globale sui vaccini

  1. Leggendo le interessanti ricerche dell’ENEA sui biofarmaci verdi si coglie lo stretto rapporto tra i meccanismi fitopatologici studiati nelle piante e gli aspetti immunogenici dei virus patogeni umani. Considerando gli importanti risultati scientifici già acquisiti e quelli straordinari che si annunciano in campo medico, mi chiedo quale è stato ed è tuttora il contributo della ricerca scientifica agraria.

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