Un mondo che non ha confini

Un mondo che non ha confini
Il Prof. Franco Scaramuzzi è stato insignito dal Presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, della medaglia d’oro “Pegaso”, con una dettagliata presentazione dei meriti acquisiti attraverso le sue attività nel mondo della ricerca scientifica.
Nei pur ristretti limiti di una breve cerimonia, Scaramuzzi ha ringraziato esprimendo una sintesi di concetti e considerazioni che meritano di essere meditati. Ha saputo anche concludere richiamando i meriti e i valori della famiglia.
Riteniamo opportuno offrire a tutti i lettori il testo di questo significativo intervento.
Giulia Bartalozzi
Desidero innanzitutto esprimere viva e profonda gratitudine al Governatore Enrico Rossi per avermi conferito la “Medaglia d’oro Pegaso” istituita dalla Regione Toscana quale riconoscimento che onora chi lo riceve. Ringrazio sentitamente tutte le Autorità toscane che hanno voluto partecipare a questa Cerimonia e tanti colleghi e amici presenti. 
E’ il primo “Pegaso” che viene assegnato per meriti acquisiti nel mondo della ricerca scientifica, rinnovando quanto avveniva già nella Toscana Granducale, con le attività dei Georgofili. Sembrerebbe quindi offrirsi anche un certo senso di continuità storica. 
Ripercorrendo appunto la storia degli ultimi tre secoli e riflettendo attentamente, potremmo già scoprire come molti progressi sociali e crescite del benessere siano stati spesso determinati dalle acquisizioni (certe e ripetibili) della Scienza, più che dall’evolversi delle ideologie e della politica. Le applicazioni delle nuove conoscenze hanno infatti determinato cambiamenti, a volte tanto radicali da caratterizzare interi archi temporali ed essere definiti come “rivoluzioni” (“agricola”, “industriale”, “tecnologica”, “biomolecolare”, “genomica”, ecc.). E queste rivoluzioni destinate a crescere in numero e in portata. 
Ho dedicato interamente la mia vita – e sia ben chiaro che continuerò a dedicarla – al Mondo accademico (delle Università, delle Accademie, delle Istituzioni di ricerca scientifica, ecc.). Un Mondo che non ha confini, che è consapevole di poter essere determinante per la stessa sopravvivenza dell’intera umanità e che comunque porterà ulteriori e sempre più rapidi cambiamenti, oggi neppure immaginabili. E’ in quel Mondo che si rispecchiano i meriti per la medaglia posta ora nelle mie mani. Sento quindi il dovere di esprimere su queste attività qualche costruttivo messaggio di fondo.
Il Mondo accademico è rappresentato oggi da un crescente numero di studiosi, ciascuno dedicato a tematiche sempre più ristrette e più approfondite, il ché ha reso necessaria una collegialità interdisciplinare e internazionale e ci porterà rapidamente lontano anche da ciò che è appena alle nostre spalle. Tutti i Paesi più lungimiranti incrementano le spese per la ricerca scientifica, quindi per i conseguenti sviluppi tecnologici e la valorizzazione qualitativa del lavoro umano; riconoscendo questi fattori come essenziali per produrre meglio, per poter essere più competitivi e conseguire crescite economiche e sociali. Oggi la ricerca scientifica è anche oggetto di investimenti molto remunerativi, tanto da essere considerata con interesse dallo stesso Mondo della Finanza. Non si possono trascurare queste dirompenti realtà e tanto meno velleitariamente fermare settori della ricerca scientifica nel proprio Paese, anche perché continueranno comunque a svilupparsi nel resto del pianeta. 
Assistiamo ancora a discussioni sul primato della politica e sulla opportunità che i Governi vengano affidati a tecnici competenti (cioè alla tecnocrazia). Ma stanno già emergendo autorevoli opinioni secondo le quali programmi politici e Governi saranno in futuro condizionati dalle importanti e irrinunciabili innovazioni. Le dure contrapposizioni della vecchia politica probabilmente non scompariranno, ma di fronte a rapidi e importanti sviluppi innovativi, si troveranno ad avere un comune denominatore che già induce politiche opposte a esprimere congiuntamente la necessità di dare priorità all’interesse generale della Nazione, partendo da un sostanziale adeguamento delle strutture istituzionali.
Queste considerazioni vanno valutate anche guardando orizzonti più vasti. La geopolitica sta infatti attraversando una fase critica e pericolosa. Mentre i sempre più frequenti Summit esprimono la preoccupazione per le grandi problematiche di portata planetaria, che non possono essere risolte da singoli Paesi o Continenti. Ad esempio: salute, sicurezza alimentare, fonti energetiche, tutela ambientale richiedono univoche azioni globali. Ciò rende ancor più evidente il valore della Scienza universale. 
Purtroppo, l’attuale organizzazione della ricerca scientifica nazionale è complessivamente statica e frastagliata fra tanti Ministeri. Gli univoci appelli e suggerimenti scaturiti in materia da autorevoli lavori collegiali del nostro Mondo accademico non sono stati finora ascoltati. Il nostro Paese dispone invece di eccellenze, anche nuove ed emergenti, oltre che di grandi potenzialità umane attratte all’estero. Posso assicurarle, Presidente, che gli indirizzi e gli impegni assunti dalla nostra Regione per il coordinamento e il sostegno della ricerca scientifica toscana vengono guardati con apprezzamento e grandi aspettative. Desidero esemplarmente ringraziare l’Assessore Gianni Salvadori che, per i settori attinenti all’agricoltura, ci ha aperto possibilità di collaborazione e segue da vicino le nostre attività.
Consentitemi di aggiungere un’ultima considerazione, di prioritaria importanza personale. Se ho potuto dedicarmi attivamente al Mondo accademico lo devo anche a mia moglie e alla famiglia che abbiamo creato (e che è qui presente, compreso il pronipotino Giovanni che, poco più di un mese fa, mi ha reso bisnonno). Una famiglia alla quale ho sottratto parte del mio tempo, ma che ha compreso il mio modo di essere, condividendo la dignità, i valori e l’affetto che ci uniscono e che tramanderanno. 
Caro Presidente, la commozione è una delle più belle manifestazioni dell’essere umano ma può sfuggire dal controllo della volontà, per questo chiudo qui il mio intervento, ma non senza rivolgere a Lei, alla Giunta regionale e a tutti i presenti il mio grande grazie.
Franco Scaramuzzi

Redazione Fidaf

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