Manifesto 2014 della Società Italiana di Genetica Agraria (SIGA)
Le modificazioni genetiche per il futuro dell’agricoltura in Italia
Introduzione In occasione di EXPO 2015, il tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita” ha avuto il merito di stimolare dibattiti mediatici sull’importanza delle innovazioni in agricoltura e quindi, inevitabilmente, sulle piante modificate tramite tecniche di ingegneria genetica (altresì conosciute come OGM, come definite dalla legislazione europea) e, più in generale, sulle applicazioni delle biotecnologie nel miglioramento genetico. In questo ambito la SIGA (*), come da Statuto, ha istituzionalmente il ruolo di “punto di riferimento scientifico” e, pertanto, è in grado di fornire supporto all’informazione sulle diverse tecnologie. Il recente DDL 1541, che prevede pesanti sanzioni per gli agricoltori che contravvengono al divieto di coltivazione del mais geneticamente modificato in Italia, dimostra, ancora una volta, che esiste, negli organi preposti a legiferare sull’argomento e nell’opinione pubblica, una diffusa mancanza di informazione sui rischi e sui benefici derivanti dall’uso degli OGM e, più in generale, da quello delle biotecnologie agrarie.
Come premessa, la SIGA fa presente che tutte le piante che sono oggi coltivate provengono, anche se in misura diversa, dal miglioramento genetico effettuato nel passato. Gli OGM che sono oggetto di studi e di applicazioni da parte dei ricercatori italiani rappresentano una delle numerose nuove tecnologie sviluppate negli ultimi anni. Altre biotecnologie sono già applicate a piante e ad animali in produzione zootecnica: oltre all’ottenimento di nuovi genotipi e varietà, oggi esse consentono un’efficiente caratterizzazione e valorizzazione delle risorse genetiche agrarie, portando all’identificazione di varianti utili, non ancora utilizzate nel processo di sviluppo varietale. In questo senso lo studio delle risorse genetiche e la valorizzazione di specie coltivate e selvatiche restano tra i capisaldi della ricerca della SIGA in campo agrario e le applicazioni biotecnologiche costituiscono un ormai insostituibile insieme di metodiche utili per perseguire questi fini.
La posizione della SIGA sugli OGM è stata chiaramente evidenziata nel Consensus Document su ‘Sicurezza alimentare e OGM’ sin dal 2004, documento condiviso da altre Società scientifiche, nel quale si sostiene il diritto di fare ricerca, di salvare i materiali geneticamente modificati sperimentali e di affrontare la questione OGM su basi scientifiche.
E’ importante anche sottolineare che la SIGA ritiene che gli OGM vadano considerati alla stessa stregua dei prodotti ottenuti o ottenibili attraverso tutte le procedure di miglioramento genetico applicate dall’Uomo dalla nascita dell’agricoltura ad oggi e che, pertanto, il trasferimento mirato di geni rappresenta una delle tecnologie disponibili. In considerazione di ciò ritiene anche che, come già si fa in altri settori innovativi, l’obiettivo debba essere quello di regolamentare i prodotti dell’innovazione stessa e non i processi attraverso cui l’innovazione è ottenuta. Un esempio è il caso della cisgenesi, nella quale geni sono trasferiti tra piante sessualmente compatibili in modo più rapido ed efficiente rispetto all’incrocio tradizionale. In questo senso giova qui ricordare che il parere scientifico riguardante la valutazione della sicurezza delle piante cisgeniche da parte dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) ha concluso che i rischi per la salute umana, degli animali e per l’ambiente associati alle piante cisgeniche sono da considerarsi simili a quelle delle piante ottenute da miglioramento genetico tradizionale. Si vuole qui anche ricordare che la ricerca è coinvolta nel costante miglioramento di questa tecnologia al fine di rimuovere i punti di criticità percepiti dall’opinione pubblica e, quindi, superare il rifiuto degli OGM da parte sia del consumatore sia della politica. Sono, ad esempio, in fase avanzata di sviluppo nuove tecnologie per la mutagenesi mirata delle piante in cui si vanno a modificare solo specifici nucleotidi in un gene senza integrazione di DNA esogeno. Tali tecnologie consentono modificazioni in tutto e per tutto simili per natura e tipologia a quelle ottenibili per mutazione spontanea o per mutagenesi indotta.
Con questo manifesto, quindi, s’intende andare oltre la situazione contingente e, partendo dall’esperienza maturata sugli OGM, si desidera fornire spunti di riflessione sui contributi che, in generale, le applicazioni biotecnologiche possono dare allo sviluppo di un’agricoltura innovativa in grado di garantire sostenibilità e reddito. Si tratta, da parte della ricerca, di dare un aiuto nella sfida volta a ottenere produzioni agrarie con valore aggiunto sia per gli agricoltori sia per i consumatori. I cibi funzionali, le piante come biofabbriche per l’ottenimento di farmaci, nuovi materiali, nuovi biocarburanti, cosmetici, sono solo alcune delle potenziali risposte a questa sfida che dovrà essere sostenuta dalla parallela affermazione di un’industria biotecnologica verde in Italia.
Le innovazioni genetiche per il sostegno del ‘Made in Italy’
Finora gli OGM hanno rappresentato l’applicazione più avanzata delle biotecnologie nel settore agrario. Si tratta di materiali il cui DNA è stato modificato in modo mirato attraverso tecniche di biologia molecolare e di trasformazione genetica. In questo modo, sono stati perseguiti obiettivi importanti nell’ambito del miglioramento nutrizionale e della resistenza agli stress imposti dai cambiamenti climatici. Piante di mais con maggiore tolleranza alla siccità o con un più elevato contenuto di aminoacidi essenziali per la dieta, riso con provitamina A, pomodori più ricchi in antociani, sono alcuni dei materiali in prova nei campi sperimentali, già approvati per la coltivazione in alcuni Paesi o in corso di valutazione. L’elenco potrebbe ampliarsi perché i laboratori di ricerca sono ricchi di prototipi pronti per la valutazione, in attesa dell’autorizzazione a coltivazioni sperimentali per valutarne sicurezza alimentare e impatto ambientale. Autorizzazioni che, nell’attuale situazione, nel nostro Paese potrebbero non arrivare mai.
I ricercatori aderenti alla SIGA sono impegnati, pur nella difficoltà del reperimento di finanziamenti specifici, nello studio e nell’introduzione di nuove e più avanzate tecnologie, sia per rendere più efficienti tutte le fasi del miglioramento genetico cosiddetto tradizionale, sia per ottenere con tecniche alternative i risultati conseguiti finora con gli OGM, quali ad esempio le promettenti tecnologie basate sulle nucleasi progettate per riconoscere una specifica sequenza di DNA al fine di operare modificazioni mirate del genoma. Inoltre, le conoscenze derivanti dal recente sequenziamento dei genomi di specie agrarie d’interesse per il “Made in Italy” (es: vite, pomodoro, frumento, agrumi), settore nel quale l’Italia è ben rappresentata, mettono a disposizione dei genetisti agrari strumenti innovativi per il miglioramento di queste specie. Lo scopo è di giungere a ciò che si definisce “miglioramento genetico di precisione” usando le nuove tecnologie genetiche.
Preparare l’opinione pubblica ad accettare le innovazioni genetiche in agricoltura
Questo manifesto ritiene fondamentale operare in tre direzioni per evitare che i successi della ricerca italiana nel campo della genetica e del miglioramento genetico dei vegetali, in massima parte rappresentata dagli aderenti alla SIGA, siano vanificati dalle scelte politiche, com’è avvenuto per gli OGM: 1. ricerca di qualità; 2. divulgazione; 3. interazione con i “decisori” a livello della ricerca e della politica in agricoltura.
- Occorre che sia finanziata la ricerca di buona qualità in cui si perseguano obiettivi di impatto per lo sviluppo del nostro Paese, garantendo verifiche ex-ante ed ex-post, e che sia previsto e realizzato il trasferimento tecnologico alle imprese. In quest’ambito la SIGA considera indispensabile il coordinamento tra la ricerca pubblica e quella privata.
- Occorre reimpostare il dialogo con l’opinione pubblica in modo equilibrato e scientificamente corretto avendo consapevolezza degli errori di comunicazione commessi in passato nel caso degli OGM (solo per citarne alcuni: mancanza di opportuna divulgazione, scarsa attenzione verso le richieste di chiarimento dei consumatori, incapacità di comunicare le ragioni scientifiche attraverso un linguaggio accessibile). Occorre spiegare che le innovazioni genetiche non solo non rappresentano alcun pericolo per la nostra agricoltura e, in particolare, per i prodotti alimentari che sono l’emblema del “Made in Italy” ma anzi sono indispensabili per il raggiungimento di una maggiore sostenibilità economica ed ambientale della nostra agricoltura. Bisogna spiegare che le modificazioni genetiche delle piante ad opera dell’uomo sono incominciate e poi proseguite nel tempo con metodiche via via più raffinate ed efficaci sin da quando l’uomo ha iniziato ad addomesticare le piante per migliorare la propria nutrizione e salute e che attraverso tali modificazioni il miglioramento genetico delle piante ha contribuito in misura decisiva al progresso dell’economia e della condizione umana. Bisogna sottolineare che, grazie alle innovazioni genetiche, il cibo, ad esempio, può prevenire o, almeno, controllare determinate patologie. Inoltre, bisogna rassicurare che è possibile andare verso la coesistenza di forme di agricoltura diverse (convenzionale, biologica, biotecnologica) facendo ad esempio riferimento ai recenti documenti ‘Best Practices for coexistence of genetically modified crops with conventional and organic farming’ concernenti il mais, pubblicati dall’European Coexistence Bureau dell’UE.
I punti chiave che dovrebbero essere alla base della divulgazione di tematiche che si fondano su dati scientifici sono gli stessi già indicati nel Consensus Document di dieci anni fa e sono qui ricordati, perchè ancora pienamente validi:
– La scienza e, in particolare, la conoscenza scientifica si basano su fatti; non è costituita da assoluti, ed è sempre in via di affinamento e alla ricerca di una migliore comprensione della realtà. La conoscenza pertanto non è statica e definitiva: essa è sempre migliorabile e perfettibile.
– La ricerca andrebbe coltivata e valorizzata in modo tale che quanto finora si è acquisito non vada perduto a favore di visioni che rischiano di compromettere ciò che di buono essa ha già dato e potrebbe dare all’umanità.
– La tecnologia nasce quando le conoscenze scientifiche acquisite diventano applicabili alla realtà.
– Ciò che decreta il successo di una tecnologia non è la sua “perfezione”, bensì la sua capacità di rispondere ad alcune esigenze in modo più appropriato di quanto fino a quel momento non fosse possibile. Solo una valutazione che tenga conto del rapporto rischi/benefici può consentire un giudizio sereno su qualunque tecnologia.
– È necessario, per esprimere giudizi ponderati, basarsi sull’analisi delle migliori conoscenze disponibili.
- La SIGA intende svolgere con impegno un servizio di informazione e divulgazione sulla ricerca in genetica agraria. A questo scopo si propone di mantenere e approfondire le sue relazioni con i decisori della politica italiana su questi argomenti, come il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, il Ministero dell’Ambiente, il Ministero della Salute, le relative Commissioni Parlamentari, le Regioni. Intende inoltre dialogare con gli organi di stampa, le associazioni di consumatori e, più in generale, con l’opinione pubblica, al fine di esporre il punto di vista della ricerca pubblica e le tendenze di quella privata nell’ambito delle biotecnologie applicate alla produzione primaria.
Questo manifesto è stato approvato dai Soci della SIGA in data 16 Settembre 2014
*) La SIGA è una Società scientifica senza fini di lucro costituita da alcune centinaia tra esperti e ricercatori che operano principalmente, ma non solo, nelle Università e negli Enti Pubblici di Ricerca. Tra i ricercatori aderenti alla Società sono disponibili competenze in genetica, biologia molecolare, citogenetica, scienza delle coltivazioni, miglioramento genetico, genomica, bioinformatica.
I Soci impiegano per diversi scopi le biotecnologie che, secondo una definizione ampiamente accettata, includono tutte quelle tecniche che utilizzano organismi viventi, o parti di essi, al fine di ottenere beni o servizi.