Balle di Scienza
Presentazione della rubrica#
Balle! Balle! scriveva Fermi sugli appunti dei suoi collaboratori quando i dati prodotti sperimentalmente erano errati o imprecisi. Di balle la scienza ne ha conosciute molte e di balle sono pieni i giornali ed il web. Balle che escono dai laboratori o che paiono prodursi, per generazione spontanea, in ambienti parascientifici. Di questo parliamo oggi.Viviamo in una epoca in cui niente sembra tanto facile quanto il procurarsi una informazione, una notizia ed altrettanto semplice è diffonderla. Abbiamo un accesso potenzialmente illimitato alle informazioni su qualsiasi argomento dello scibile umano e per di più in modo rapidissimo. Quantità e velocità sono oggi le parole chiavi della informazione. Non possiamo, come utenti, che rallegrarcene, almeno per alcuni aspetti della vita quotidiana. Quanto è utile poter consultare un orario del treno senza muoversi da casa? o conoscere le ricette o le ultime news del giorno, ma!…. l’altro lato della medaglia è che la quantità non ha necessariamente alcuna relazione con la qualità dell’informazione e la stessa velocità è un’arma a doppio taglio perché una notizia falsa o non verificata può propagarsi e moltiplicarsi su mille siti, ripresa da notiziari, blog e forum ben prima che giunga la smentita. Una informazione non attendibile può trovare forza e consistenza dal web stesso, trasformarsi in una notizia e, ripresa e modificata, viaggiare di bocca in bocca. Naturalmente questo avviene ed è avvenuto anche con la carta stampata ma oggi tutto questo accade a velocità doppia e supera i confini di un paese in pochissimo tempo raggiungendo un numero di persone inimmaginabile. La scienza non è immune da questo fenomeno. ma la scienza, pur nella sua fallibilità, ha i suoi antidoti. All’interno di una comunità scientifica c’è un metodo consolidato di verifica e controllo. Un fenomeno, una osservazione per essere provata e spiegata deve essere oggetto di prove sperimentazioni, descritte con chiarezza nei metodi e trasparenza delle procedure adottate. Altri ricercatori poi potranno ripetere confermare o smentire i risultati. Ma perché questo avvenga ci vuole del tempo e nel frattempo quella informazione si diffonde, diviene di dominio pubblico e quando la smentita arriva non avrà la stessa forza, attenzione e impatto sui titoli di giornali. Non aiuta certamente il fatto che molte redazioni dei quotidiani non abbiano esperti del tema e che per “stare” sulla notizia si confezionino articoli basati sulle news di agenzia senza verificare le fonti o consultare esperti per una corretta interpretazione degli esiti di una ricerca. In questa rubrica, che oggi inauguriamo, cercheremo di fare un po’ di ordine, di raccontare storie di scienza distinguendola da ciò che scienza non è. Racconteremo di errori commessi in buona fede (non sempre) da scienziati o di errate generalizzazioni di significato di ricerche, cosi come delle bufale che si diffondono sulle rete e che con la scienza non hanno nulla a che fare e quale miglior nome potevamo scegliere se non “balle”, parafrasando il titolo di una recente e bella mostra sugli errori della scienza tenutasi a Pisa nel 2014. Naturalmente concentreremo la nostra attenzione sul settore biologico ed agronomico, con qualche incursione in territori più lontani ed inusuali per noi. Speriamo cosi di contribuire a fare chiarezza su temi che ci toccano molto da vicino e che sono oggetto di una attenzione mediatica mai avuta in passato.
Nicola Colonna
Era ora che si affrontasse da questo angolo il problema della comunicazione della scienza!