La tecnica e la politica contro la fame

Sintesi del discorso pronunciato in occasione della prima riunione del Comitato internazionale di selezione per il bando Best practices, le sfide e il futuro della sicurezza alimentare di Expo Milano 2015.

Buone pratiche agricole e sicurezza alimentare: quante volte negli ultimi anni si è sentito parlare di questo binomio? Già durante il Vertice mondiale sull’alimentazione, svoltosi a Roma nel 1996, si parlava di sicurezza alimentare definendola come qualcosa che esiste quando tutte le persone, in ogni momento, hanno accesso dal punto di vista fisico, sociale ed economico a cibo sufficiente, sano e nutriente che rispetti i loro bisogni dietetici e le loro preferenze alimentari per una vita attiva e salutare. È impossibile avere la sicurezza alimentare senza che vengano seguite e applicate buone pratiche agricole, sia a livello locale sia a livello generale.

Ma cosa intendiamo oggi per sicurezza alimentare? Una alimentazione quantitativamente sufficiente e qualitativamente sana e sicura. L’idea dell’alimentazione sufficiente declina il principio secondo cui ogni essere umano ha il diritto all’alimentazione. Il diritto all’alimentazione é uno dei fondamentali principi sanciti dalla Dichiarazione universale dei Diritti dell’Uomo nel 1948: ogni individuo ha diritto a un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia con particolare riguardo alla sua alimentazione (…).

Nel 1966, ventanni dopo, il Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali adottato dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, ha approvato questo concetto, sottolineando il diritto di ognuno a un’alimentazione adeguata e specificando che ogni essere umano ha diritto a non soffrire dalla fame. Per poter raggiungere questo obiettivo è necessaria un’agricoltura tecnicamente sviluppata e compatibile con l’ambiente nel quale si svolge.

La ricerca di nuove tecniche di coltivazione, di nuove varietà di colture che si adattino ai diversi ambienti e dotate di resistenza all’attacco di agenti patogeni è stata una responsabilità dei dottori agronomi e degli ingegneri agronomi di tutto il mondo. Responsabilità che tuttora continua a compiersi ogni giorno con la ricerca, allo scopo di fare arrivare e potere applicare le nuove tecnologie agrarie in tutto il mondo.

L’innovazione, la ricerca e la sperimentazione agraria nel mondo sono svolte per fornire alimenti di qualità e per garantire la sicurezza alimentare. Sicurezza alimentare è uno dei nostri diritti come consumatori, garantito anche dal sapere che cosa mangiamo e come viene prodotto, non solo nei campi ma anche nellindustria, questo grazie alla tracciabilità dei prodotti e la rintracciabilità delle materie prime.

Mangiare bene è un dovere per conservare la salute, ovvero per essere sani, sebbene questa situazione si è andata alterando nei paesi del cosiddetto primo mondo a causa del consumo sconsiderato di alimenti che hanno provocato l’aumento di alcune patologie, come l’obesità, il colesterolo, il diabete, le intolleranze alimentari, ecc. Questa situazione ci ha condotto allo sviluppo di
tecniche di produzione che possono essere definite produzione senza, per esempio senza zucchero, senza lattosio, senza grassi, senza glutine. Questo tipo di produzione che si è spinta oltre al semplice concetto di mangiare bene ha causato l’investimento di molte risorse sia a livello economico sia a livello di tempo speso per la ricerca di nuovi prodotti, tutto ciò in parte a scapito della ricerca tradizionale atta a migliorare le produzioni agrarie.

Tutto questo lavoro risulterebbe vano se non ci fosse una scelta decisiva da parte del mondo politico capace di tener conto del semplice concetto che senza alimentazione è impossibile raggiungere la stabilità sociale, politica ed economica delle nazioni. Quest’ultimo concetto ci riguarda come cittadini prima ancora che come dottori agronomi e ingegneri agronomi, in quanto non è una responsabilità tecnica, bensì morale. Come cittadini del mondo e come professionisti è necessario chiedere ai politici che vengano attuate misure capaci di far cessare la fame nel mondo. I dottori agronomi e gli ingegneri agronomi sanno che gli strumenti ci sono e il tema della sicurezza alimentare apre una vasta gamma di possibilità per progettare, valutare e attuare ulteriori nuove soluzioni.

Come si può fare?

Soltanto noi potremo avere successo con una coscienza chiara e una conoscenza esaustiva dellambiente e delle condizioni che ci
circondano, e applicando, allo stesso tempo, la tecnologia sostenibile per migliorare le condizioni di vita dei cittadini. Non è un lavoro facile, ma lo conduciamo da sempre, ora con una consapevolezza rinnovata in vista del VI Congresso mondiale degli ingegneri agronomi, che sarà l’evento finale di Expo 2015.

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Redazione Fidaf

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