Chi crede alla favola anti ogm
Dietro la fobia per le biotecnologie c’è un dogma neopagano per cui “la Natura è buona e giusta”
Circa 10 mila anni fa la coltivazione dei cereali inizia a guidare l’evoluzione culturale di civiltà diverse e distanti e consente loro di prevalere sulle altre. Probabilmente prima dell’agricoltura, nasce la pastorizia e anch’essa è parte di questo stesso processo di conversione dell’uomo da migratore a stanziale.
È facile intuire che greggi e mandrie siano state addomesticate rendendo gli animali progressivamente più mansueti e selezionando quelli più docili. Lo stesso concetto vale per l’agricoltura. Anche le piante sono state addomesticate, poiché non è nel progetto di nessun organismo vivente sul pianeta, piante incluse, di crescere per nutrire altri esseri viventi. Ed è per questo che selezioniamo le piante adatte alla domesticazione e ne consentiamo la riproduzione ai danni di altre. Il neopaganesimo, che professa il dogma “è buono perché è naturale”, disconosce l’immenso lavoro e il dolore, fatto di malnutrizioni, intossicazioni e carestie, che hanno patito i nostri avi per selezionare le piante che consumiamo…