Programmi delle precedenti edizioni
06/02/2015 Stefano Salvi
È dirigente tecnologo presso l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Centro Nazionale Terremoti.
Nel 2000 fondò il Laboratorio di Telerilevamento all’INGV, che ha diretto per molti anni. Ora coordina un gruppo di ricerca che include geologi, geofisici e ingegneri esperti nell’utilizzo di dati satellitari per lo studio delle deformazioni del suolo dovute a varie cause.
È stato coordinatore e collaboratore in molti progetti di ricerca EC, ESA, ASI, NASA, PNRA, FIRB, programmi bilaterali, ecc. incentrati sull’utilizzo di dati satellitari di osservazione della Terra per applicazioni geofisiche e di valutazione dei rischi geologici.
Attualmente è referente della Linea di Ricerca INGV sulla Fisica dei Terremoti e Scenari Co-sismici. E’ membro del CEOS Working Group on Disasters e Chair dell’iniziativa GEO denominata Geohazard Supersites and Natural Laboratories. E’ co-coordinatore nazionale del Forum Salviamo il Paesaggio, organizzatore, insieme con ISPRA, del primo convegno nazionale sul Consumo di suolo che si svolgerà a Milano il 6 maggio 2015.
Il consumo di suolo: impatti e soluzioni
E’ noto che i suoli sono risorse non rinnovabili, tuttavia scarsa attenzione viene posta alla loro progressiva distruzione ad opera principalmente dello sviluppo urbano e infrastrutturale. Secondo i dati ISPRA in Italia il 7% del territorio è stato ormai impermeabilizzato. Tuttavia se calcoliamo la percentuale sulla parte di territorio realmente sfruttabile questa percentuale cresce sensibilmente. E’ evidente che debba essere posto un limite al consumo di suolo, pena la perdita di beni e servizi ecosistemici vitali per il nostro paese, ma anche a livello globale.
Nell’intervento verranno presentati i dati recenti sul consumo di suolo in Italia, la situazione in Europa, la discussione tecnica e politica in atto per affrontare il problema da tutti i punti di vista.
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13/02/2015 Laura De Gara
È Professore ordinario di Fisiologia vegetale presso la Facoltà Dipartimentale di Medicina – Università Campus Bio-Medico di Roma. Presidente del Corso di Laurea Magistrale in Scienze dell’Alimentazione e della Nutrizione Umana. Dall’a.a 1991-92 al 2008-09 è stata titolare di diversi insegnamenti di discipline dei settori Botanica e Fisiologia Vegetale presso l’Università degli Studi di Bari. E’ nell’elenco dei “Top Italian Scientists” (www.topitalianscientist.org ), una lista di ricercatori costruita sulla base di parametri bibliometrici riconosciuti a livello internazionale. E’ autrice e coautrice di più di cento lavori scientifici. La sua attività di ricerca, basata inizialmente su un approccio morfologico – funzionale e successivamente su approcci bio-molecolari e omici, si è incentrata sul metabolismo delle piante con particolare attenzione alla sintesi di molecole bio-attive e alle risposte di difesa agli stress biotici e abiotici. Attualmente è particolarmente interessata a ricerche fortemente multidisciplinari che, partendo da problemi biologici tipici della ricerca di base, affrontano tematiche di interesse applicativo in ambito ambientale e per la salute umana e che richiedono l’integrazione di competenze di diverse aree disciplinari (agraria, chimicobiologica, medicina, ingegneria).
Colture e culture per nutrire il pianeta
Nel seminario verrà descritto il per grandi linee corso che ha portato l’uomo a trasformarsi da cacciatore e raccoglitore in agricoltore. Verranno descritti alcuni caratteri selezionati dall’uomo nelle piante coltivate a partire da tempi antichissimi e che hanno portato alla nascita delle specie coltivate nonché l’influenza che una dieta ricca di alcuni alimenti ha avuto sull’evoluzione dell’uomo e sull’insorgenza o meno di alcune patologie.
Tema del seminario sarà anche illustrare alcune delle attuali frontiere delle scienze degli alimenti e della nutrizione.
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27/02/2015 Maria Belvisi
Laureata in Scienze Biologiche (“La Sapienza” Roma, 1972), ha operato come ricercatrice presso diverse istituzioni: CERN, ISS, ENEA/ENEA-DISP, ANPA, APAT (oggi ISPRA). Ha diretto il Servizio analisi e valutazioni ambientali dell’ISPRA fino al 2011 e insegnato all’università della Tuscia; dal 2012 è consulente ambientale. I suoi campi di esperienza comprendono: radiobiologia, epidemiologia, radioprotezione, impatto ambientale e sanitario, autorizzazioni ambientali (VIA, VAS, AIA, VI), pubblicando su questi temi più di 130 lavori. E’ membro del consiglio direttivo dell’AAA (Associazione Analisti Ambientali), curando il contenuto del portale e-SAVIA (Sistema per l’Analisi e la Valutazione Integrata per l’Ambiente) on-line (http://www.e-savia.org) che raccoglie strumenti di interesse nel campo della Valutazione Ambientale e l’aggiornamento, ai soci, della legislazione ambientale italiana e comunitaria
Le Valutazioni ambientali: dalla VIA verso la nuova direttiva
Nel corso degli anni, dal 1985 in Italia, sono state introdotte convenzioni internazionali, direttive europee, che fungono da riferimento alle principali “Valutazioni ambientali” oggi esistenti:
- VIA (Valutazione di impatto ambientale,
- VAS (Valutazione di impatto Strategica),
- VI (o VINCA Valutazione di incidenza),
- AIA (IPPC Integrated and Prevention Pollution Control).
Dopo una loro brevissima illustrazione ci si soffermerà sulla procedura di VIA (e di VAS) e sulle principali modifiche introdotte dalla emanazione della nuova Direttiva VIA (2014/52/EU) in vigore dal 15 Maggio 2014 il cui termine di recepimento da parte degli Stati Membri (tra cui l’Italia) è fissato entro il 16 Maggio 2017.
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06/03/2015 Anna Benedetti
Laureata in Scienze Biologiche nel 1979. Direttore del Centro di Ricerca per lo Studio delle relazione tra Pianta Suolo del Consiglio per la Ricerca in Agricoltura (CRA). Svolge attività di ricerca nei campi di interesse attinenti alla microbiologia del suolo, nutrizione delle colture e qualità delle produzioni agricole e forestali, alle relazioni agricoltura-ambiente, ai rapporti tra suolo e cambiamenti climatici, conservazione della biodiversità, valorizzazione delle risorse genetiche microbiche, alle biotecnologie del suolo, all’agricoltura sostenibile. Ha pubblicato più di 400 lavori tra scientifici e tecnici e coordinato oltre 50 progetti di ricerca in ambito sia nazionale che internazionale. Vice-presidente dalla Società Italiana della Scienza del Suolo (SISS), ed è Inoltre socio dell’International Union of Soil Science, della SICA, della SIMTREA, ecc.
Salute e mantenimento della fertilità del terreno agrario: ruolo e funzione dei microrganismi
Il tema si basa su tre temi principali: (1) studio dei cicli biogeochimici degli elementi nutritivi nel sistema suolo-pianta-microrganismo, con particolare riguardo alle interazioni tra pools degli elementi nel suolo e attività della popolazione microbica; (2) studio della nutrizione delle colture sia relativamente alla mobilità, biodisponibilità e traslocazione dell’elemento dal suolo alla pianta, sia in termini di efficienza nutritiva, curve di assorbimento (carenze ed eccessi, dosi ottimali, sincronizzazione e sinlocazione del nutriente, ecc); (3) mezzi tecnici quali fertilizzanti minerali, organici, organo minerali, ammendanti e correttivi, prodotti speciali ed innovativi, ecc. al fine di individuare criteri atti a razionalizzare la nutrizione delle colture nella sostenibilità e nel rispetto della funzionalità dell’agroecosistema, a fornire indicazioni utili al conseguimento di produzioni di alto valore qualitativo. La biodiversità del suolo rappresenta oltre il 90% della biodiversità totale del pianeta e la maggior parte di essa è ascrivibile ai soli microrganismi che rappresentano la componente più rilevante della biomassa del suolo.
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13/03/2015 Marcello Benedini
Laureato in Ingegneria Civile Idraulica, è stato assistente alla Cattedra di Idraulica dell’Università di Padova nel periodo 1957-61. Responsabile di ricerche sperimentali su modelli nei laboratori dell’Istituto di Idraulica. Funzionario del CNR, assegnato al Centro Veneto di Ricerche Idrauliche del CNR operante presso l’Università di Padova fino al 1968, quando venne trasferito all’Istituto di Ricerca sulle Acque del CNR. Assegnatario di borsa di studi NATO per ricerche sulla meccanica dei fluidi, presso l’Università di Liverpool e presso il National Engineering Laboratory di East Kilbride, nel Regno Unito, nel 1968 consegue la Libera Docenza in Idraulica. Dal 1969 al 1999 è responsabile del settore Gestione Risorse Idriche e Idrogeologia dell’Istituto di Ricerca sulle Acque.
Acqua ed Energia
La possibilità e la convenienza di utilizzare l’energia posseduta naturalmente dall’acqua, note sin dai primordi, hanno trovato una concreta realizzazione in tempi recenti con lo sviluppo dell’elettricità, in particolare modo nella produzione idroelettrica con gli impianti a serbatoio e con quelli ad acqua fluente. Nel secolo scorso sono entrate in servizio in Italia numerose centrali di produzione che assicurano buona parte dell’attuale fabbisogno di energia elettrica per i vari usi domestici, agricoli ed industriali. Il legame acqua-energia non si limita tuttavia agli impianti idroelettrici, ma è molto importante anche nella produzione termoelettrica, che richiede cospicue quantità d’acqua per il raffreddamento. Sono inoltre in corso promettenti indagini per utilizzare l’energia posseduta dalle maree e dalle onde del mare, mentre si ricorre agli impianti di pompaggio per immagazzinare temporaneamente l’energia elettrica prodotta dalle centrali eoliche e fotovoltaiche. Il rapporto acqua-energia deve in ogni caso rispettare le esigenze di salvaguardia ambientale e di utilizzo razionale delle risorse.
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20/03/2015
Piero Di Porto
Ex Ricercatore dell’ENEA e ex Addetto Scientifico presso il Consolato Generale di San Francisco e l’Ambasciata d’Italia a Washington, fa parte dell’Associazione Culturale “I SETTE”
Sandro Taglienti
Ha lavorato in ENEA (Ente per le Nuove Tecnologie, l’Energia e l’Ambiente), svolgendo attività di ricerca e trasferimento tecnologico in Italia e all’estero. Ha ricoperto ruoli direttivi nei settori dell’informatica e delle comunicazioni, della robotica, dei materiali, dei laser e degli acceleratori di particelle. Attualmente è in pensione e si interessa di divulgazione scientifica. Fa parte dell’Associazione “I SETTE”.
L’Ellenismo e la maturità della scienza
Si tende a identificare con fatica la nascita della scienza e a non evidenziare il ruolo dell’Ellenismo, stemperandolo nella storia della Grecia Classica e di Roma.
L’Ellenismo è ancora percepito come un “periodo di decadenza” dopo la grandezza della civiltà greca. L’Ellenismo viene, quando non rimosso, sostanzialmente mistificato e reso episodico. Questa sottovalutazione, che spesso rasenta l’oblio, è in parte dovuta alla distruzione di molte delle fonti (incendi della Biblioteca d’Alessandria, conquista romana, conquista araba..) ma soprattutto all’incapacità ed inadeguatezza delle culture contemporanee e successive a coglierne e comprenderne la profondità. Le fonti salvate, citate e tramandate erano quelle più accessibili a civiltà, da quella romana in poi, prive di strumenti di conoscenza adeguati.
Il seminario si propone di colmare questo vuoto e di ricordare la grandezza di una rivoluzione scientifica dimenticata
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10/04/2015 Massimo Battaglia
Funzionario dell’Istituto Agronomico per l’Oltremare di Firenze, responsabile del programma caffè in Centro America.
Agronomo laureato in Scienze Agrarie e specializzato in agricoltura tropicale e subtropicale in Italia, presso la Facoltà di Agraria di Firenze. Esperienza nello sviluppo di prodotti di qualità (caffè, cacao, spezie, frutti tropicali e subtropicali) nell’implementazione sostenibile delle filiere corte, nell’individuazione di buone pratiche che rispettino l’ambiente e nell’assistenza tecnica a beneficio delle associazioni di piccoli produttori nel trasferimento di tecnologia, nella formazione e nel imballaggio e nel confezionamento, nella creazione di micro-imprese, nel marketing di prodotti agricoli di qualità, nella ricerche di mercato nel settore agroalimentare e di trasformazione dei prodotti, nella gestione di sistemi di irrigazione, nel rimboschimento e nella creazione di centri di propagazione di specie autoctone; nel controllo dell’erosione e dell’ambiente, nella lotta contro la desertificazione.
Nella valorizzazione del caffè di qualità, lavora in iniziative di cooperazione in Guatemala, Honduras, Costa Rica, El Salvador, Nicaragua, Cuba, Repubblica Dominicana, Repubblica di Capo Verde in progetti finanziati dalla Cooperazione italiana, dal CFC (Common Found for Commodities), dall’IILA (Istituto Italo Latino Americano) ed altri donanti. Ha lavorato a identificare nuove proposte sempre nel campo di caffè in Angola, Tanzania, Uganda e Etiopia.
Le filiere del caffè in Centro America: la esperienza del Programa CafeyCaffè
Il caffè è, dopo il petrolio, il secondo bene più commerciato a livello mondiale e rappresenta nel contempo una eccellenza italiana. Basti ricordare che le parole italiane più utilizzate all’estero sono espresso e cappuccino, insieme a pizza e spaghetti. La collaborazione tra i piccoli produttori dell’America Centrale e i torrefattori italiani sta creando interessanti opportunità per promuovere sistemi sostenibili di produzione, per combattere fame e povertà e per dare impulso alla produzione di caffè di qualità.
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17/04/2015 Mauro Cristaldi
A partire dal 2007 fa parte del Centro Interdipartimentale per lo Studio delle Scienze Applicate alla Protezione dell’Ambiente e dei Beni Culturali (Sapienza Università di Roma). Il passaggio dal settore BIO/05 (Zoologia) al BIO/06 (Anatomia Comparata e Citologia) influisce positivamente, sin dal ’91, sulle ricaduta didattica degli insegnamenti impartiti, prima, presso "La Sapienza", con l’incarico di "Anatomia Comparata" per Sc. Biologiche e di "Anatomia Comparata (con elementi di Istologia)" per Sc. Naturali e poi collaborando nell’insegnamento di "Biologia Animale (con elementi di Anatomia Comparata)" per Sc. Ambientali; insegna nel modulo di competenza per l’insegnamento di "Zoologia Generale e Anatomia Comparata" per Sc. Naturali. La ricaduta dell’esperienza di ricerca in genotossicologia ambientale lo ha portato all’insegnamento di "Biologia e Fisiologia Cellulare" per la laurea specialistica in "Monitoraggio e riqualificazione Ambientale"; più recentemente tale corso assunse la denominazione prima di "Biomarker di stress ambientali", poi di "Biomarcatori di Alterazioni ambientali". Ha inoltre introdotto nel CS in "Conservazione della Natura e delle sue Risorse" (attualmente LM in "Conservazione e Divulgazione naturalistica") l’insegnamento di "Morfologia Comparata", ora divenuto extracurricolare, consentendo, attraverso una organizzazione didattica seminariale aperta a numerose competenze, approfondimenti di anatomia funzionale e evoluzionistica per gli studenti interessati all’adattamento delle forme viventi agli ambienti di vita.
Lucio Triolo
Laureato in Chimica, ricercatore presso ENEA dal 1969 al 2007; si è occupato di impatto ambientale delle Fonti di Energia con speciale attenzione alle Centrali Termoelettriche che impiegano combustibili fossili. Ha messo a punto alcune metodologie per la valutazione degli effetti nocivi dell’Inquinamento Atmosferico sulle specie vegetali. Ha studiato gli effetti sull’ambiente e sulla salute umana delle Centrali Termoelettriche di Castel San Giovanni (Pc), ad olio combustibile, Civitavecchia (Rm), a olio combustibile, Milazzo (Me), a olio combustibile e Termoli (Is), a gas; nonché degli inceneritori di RSU di Udine ed Arezzo. Recentemente si è occupato dei rischi per la salute umana causati dalle polveri sottili (PM2,5 e PM10) emesse dai sistemi di autotrasporto in 13 città italiane.
La contaminazione chimica in contesti urbani ad elevata densità demografica
L’intervento intende approfondire, su due successivi piani, il tema dell’impatto ambientale degli insediamenti antropici nelle città e la contaminazione chimica in un contesto ad alta densità demografica urbana; in particolare, verrà messo in evidenza, in un ambiente urbano come quello di Roma, il ruolo del costruito nella formazione di parziali e ristretti isolamenti topografici che condizionano l’espansione di specie animali, soprattutto non antropofile, nello stesso territorio urbano; verranno inoltre descritti gli effetti sulla salute umana causati dalle polveri sottili (PM2,5 e PM10) e verranno proposti alcuni interventi sull’autotrasporto che ne ridurrebbero alcuni effetti nocivi.
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15/05/2015
Alicia Acosta
Biologa. Professore di prima fascia all’Università di Roma 3 dove insegna Ecologia ed Ecologia e Gestione degli ecosistemi costieri. L’attività di ricerca è stata sviluppata principalmente nell’ambito dell’ecologia vegetale. In particolare, nell’ultimo decennio le ricerche si sono concentrate sugli ecosistemi costieri sabbiosi, analizzando le specie e gli habitat in relazione a fattori ambientali e antropici.
Le spiagge e le dune costiere italiane, ambienti vulnerabili e fortemente minacciati
Le spiagge e le dune sabbiose costiere rappresentano su scala mondiale uno degli habitat naturali più interessanti dal punto di vista ecologico e paesaggistico, ma allo stesso tempo sono ecosistemi tra i più vulnerabili e più seriamente minacciati dalle attività antropiche. Infatti, negli ultimi decenni si è verificato un forte incremento della pressione antropica lungo le coste, e ciò, oltre a comportare la diretta distruzione e frammentazione di questi ambienti, ha alterato i cicli sedimentari con il conseguente aumento dell’erosione costiera. Questo è avvenuto senza tenere conto del potenziale danno irreparabile apportato a questi ecosistemi unici e particolarmente fragili. Studi recenti hanno dimostrato che le dune costiere sono a livello nazionale gli habitat che destano più preoccupazione riguardo al loro stato di conservazione, il che li rende senz’altro la categoria più a rischio di tutte, e che necessita di particolari attenzione ed interventi nel prossimo futuro.
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