L’agricoltura vive di acqua

L’acqua è l’origine di tutto; l’acqua è il sangue della Terra. Può riassumersi così l’insegnamento – sempre più attuale – di un Gruppo di Lavoro costituito da Dirigenti della FIDAF e da Tecnici, i quali hanno recentemente offerto ulteriori, non ordinari contributi, per accertare la situazione e le prospettive dell’acqua in agricoltura, nel nostro Paese.

Le chiare, condivisibili conclusioni – sempre più attuali – del loro Rapporto, redatto dal Presidente della Federazione Luigi Rossi e da Massimo Iannetta dell’ENEA, sono il portato di valutazioni che attengono alle disponibilità idriche, alla rilevanza delle produzioni irrigue, agli strumenti legislativi e tecnologici che disciplinano e orientano la gestione della irrigazione, alla efficienza funzionale degli organismi gestori del settore. Ed evidenziano luci e ombre dell’utilizzo dell’acqua per l’agricoltura, sottolineando, ad esempio, come a volte l’influenza politica produca stasi di evoluzione, nonché anormalità funzionali.

Nel merito delle delicate questioni che attengono all’utilizzo delle acque nel settore primario, giova ricordare che – secondo il censimento dell’agricoltura del 2010 – ben 731 mila erano le aziende che, a quella data, praticavano l’irrigazione e che la relativa SAU era di 13,2 milioni di ettari, di cui poco meno di 4 irrigabili e 2 e mezzo effettivamente irrigati.

Studi e ricerche, inoltre, danno contezza certa della diminuzione della disponibilità idrica ed evidenziano che la contrazione ormai permanente di risorse di acqua per il settore primario è il portato sia di cause naturali, sia “dell’intervento scoordinato dell’uomo, che è riuscito a modificare l’assetto idrogeologico locale e, conseguentemente, il relativo microclima”.

Le conseguenze? Riduzione delle rese, oltre che delle superfici irrigate; peggioramento della qualità di alcuni prodotti; sostituzione delle colture tradizionali con altre meno idroesigenti; incremento dell’uso di fonti di approvvigionamento integrative, con costi generalmente non remunerativi.

La restrizione delle risorse idriche impone, pertanto, la sollecita attuazione di una razionale loro gestione e la ricerca di misure finalizzate a ottimizzare l’uso di quelle esistenti, mediante il miglioramento, innanzi tutto, della efficienza dei sistemi di distribuzione collettiva e aziendali.

Urge incrementare, inoltre, le risorse disponibili, mediante la integrazione – tramite connessioni delle grandi reti di approvvigionamento – e il trasferimento delle acque da aree ove abbondano a quelle limitrofe che ne sono prive; nonché con iniziative adeguatamente finanziate, per il progressivo utilizzo delle acque reflue.

La società assegna, ormai, irreversibilmente, nuovi ruoli al settore primario: non più la sola produzione di derrate alimentari in quantità adeguata alla crescita demografica, ma anche la offerta di produzioni di qualità, nonché servizi di tutela del territorio.

Un’agricoltura multifunzionale, quindi, che merita sostegni non soltanto finanziari, ma anche mediante la ricerca di soluzioni atte a favorire le complesse trasformazioni ad essa imposte e l’alleggerimento di adempimenti puramente burocratici.

I Consorzi di Bonifica e di Irrigazione – ecco un’altra avvertita esigenza – devono assumere, anche a tali fini, ulteriori nuovi ruoli, per fronteggiare sempre meglio la crescente, ineludibile scarsità delle risorse idriche disponibili.

L’acqua è l’origine di tutto; e l’agricoltura vive di acqua e delle altre risorse naturali che bisogna gestire con responsabile consapevolezza facendo tesoro degli affidabili, qualificati apporti che danno anche la FIDAF e i Tecnici da essa rappresentati.

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Redazione Fidaf

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