Il lavoro prima priorità: accrescere vecchie e nuove opportunità professionali

Il lavoro prima priorità: accrescere vecchie e nuove opportunità professionali

La figura del laureato in Scienze Agrarie e Scienze Forestali è sicuramente poliedrica. Ne sono testimonianza i curriculum presentati tutti gli anni dai colleghi con oltre 50 anni di laurea in occasione della premiazione organizzata dalla Associazione Romana Dottori in Agraria e Forestali. Vite professionali dedicate – spesso ai massimi livelli – alla libera professione, alla amministrazione pubblica, alla ricerca, all’insegnamento, alla cooperazione internazionale,  al credito – per limitarci a qualche ambito – sviluppando le competenze e le esperienze più varie. Un ampio caleidoscopio che illustra il grande contributo offerto dai nostri colleghi alla vita economica, culturale e sociale del nostro Paese. Ne andiamo orgogliosi, ma questo non deve impedirci di pensare al futuro.

Secondo un recente rapporto dell’ISTAT, nel secondo trimestre del 2020 i lavoratori autonomi sono diminuiti di 219.000 unità rispetto al secondo trimestre del 2019 (-4,1%), a fronte di un lieve aumento dei lavoratori dipendenti a tempo indeterminato. Anche le aperture di nuove partite IVA è in declino (-30% in un anno secondo il MEF). I dati in nostro possesso non permettono ancora di capire quale settore abbia maggiormente colpito questa diminuzione (artigiani, commercianti o professionisti). Fatto sta che dobbiamo considerare l’aumento dell’offerta di opportunità professionali per i nostri colleghi come obiettivo prioritario.  È  quindi compito urgente della FIDAF ragionare sulla evoluzione che sta avendo la figura del laureato in Scienze Agrarie e Forestali, immaginare gli sviluppi che lo attendono nel futuro e programmare azioni adeguate per accompagnarlo nella ricerca e nella difesa di opportunità lavorative.

Vediamo qualche proposta:

  1. L’estimo rurale è attività di elezione dei laureati in Scienze Agrarie ed in Scienze Forestali, che sanno affrontano adeguatamente gli approcci estimativi riguardanti i numerosi temi e settori nei quali questa disciplina si esplica. I laureati in Scienze Agrarie e in Scienze Forestali e i Dottori Agronomi e Dottori Forestali sono quindi abitualmente coinvolti, a vario titolo, nei processi estimativi: dalla analisi e ricerca scientifica connessa con la materia, alla didattica in ambito universitario e scolastico di istituti tecnici, dalla stesura di stime, alla realizzazione di perizie giurisdizionali in veste di CTU o CTP nell’ambito dei procedimenti legali, dalla partecipazione al processo di valutazione dei danni alle colture e alle strutture per conto delle compagnie di assicurazione e riassicurazione, alla valutazione di beni mobili e immobili per conto di privati, di istituti di credito e di quanti abbiano simili interessi. Le Giornate di Studio “Estimo: scienza del metodo”, che si terranno l’8 ed il 9 ottobre prossimi, affronteranno le tematiche relative a questo ambito professionale, analizzandone le criticità ed i punti di forza ed individuando i necessari miglioramenti delle attività formative oggi in essere.
  2. La certificazione di qualità dei prodotti agricoli e forestali e la loro tracciabilità, anche con tecnologie innovative (blockchain), occupano un numero crescente di laureati in Scienze Agrarie e Forestali, sotto la spinta della richiesta proveniente dalla grande distribuzione organizzata e dalle associazioni dei consumatori; una robusta attività di formazione potrebbe aiutare molti giovani e meno giovani ad avvicinarsi a questa importante funzione e coloro che vi sono già impegnati ad approfittare delle opportunità offerte dagli sviluppi tecnologici.
  3. L’innovazione tecnologica ed organizzativa del sistema agroalimentare, essenziale per la transizione del sistema agroalimentare verso la sostenibilità e per la digitalizzazione dell’agricoltura, richiede l’evoluzione della divulgazione agricola in assistenza tecnica ai produttori e di questa in innovazione partecipata, anche sotto lo stimolo esercitato dalle regole di utilizzo dei fondi europei; anche in questo settore sono necessarie competenze nuove, come quelle offerte dal primo corso per “broker dell’innovazione” organizzato dalla FIDAF nel 2017.
  4. La pianificazione, lo sviluppo e la manutenzione del verde urbano, debbono essere sostenuti da investimenti proporzionati ai benefici economici, ambientali e per la salute fisica e mentale della cittadinanza che generano (vedi editoriale di luglio). Gli investimenti debbono però essere utilizzati razionalmente dai Comuni, che si debbono dotare degli strumenti idonei (piano del verde, inventario del verde esistente, regolamento del verde pubblico e privato, uffici comunali dotati delle necessarie competenze tecniche interne e/o assistiti da liberi professionisti con adeguata preparazione tecnica). Per ottenere questo obiettivo è necessario dare vita ad una forte spinta politica.

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Redazione Fidaf

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